L'area finanza all'interno del mondo imprese si sta evolvendo e si stanno ampliando le sue funzioni classiche, così da richiedere sempre più competenze trasversali, che coniughino la gestione di tesoreria con capacità previsionali, il risk management con la compliance giuridico-fiscale, la conoscenza del business aziendale con le logiche di accesso al credito. Siamo, quindi, di fronte ad un’evoluzione di grande rilevanza. Ne discutiamo con Marco Vianello, CFO di Ceccato S.p.A., azienda leader nella produzione di impianti automatici per il lavaggio dei veicoli, e diplomato della IV edizione del percorso formativo “Il CFO: strumenti, competenze, rischi”, promosso dall’Area Finance della Fondazione CUOA.
Qual è attualmente il peso della funzione Amministrazione, Finanza e Controllo all'interno delle imprese del territorio, in particolare all'interno delle PMI?
Forse è il momento di superare il luogo comune che vuole questa funzione rivalutata e in forte ascesa dopo la crisi finanziaria e il credit crunch iniziati nel 2008. Sicuramente è aumentata la percezione del peso crescente all’interno delle organizzazioni, ma le aziende virtuose hanno sempre dato grande importanza al contributo dell’area Amministrazione Finanza e Controllo nella pianificazione della strategia e nel supporto alla realizzazione dei piani aziendali. I segnali sono molteplici: incremento della domanda di profili altamente specializzati in area finance, inclusione nel board di figure con background di tipo finanziario, utilizzo strutturato di schemi di pianificazione strategica per le analisi di scenario.
Come è cambiato il ruolo del CFO negli ultimi anni?
Si tratta di un ruolo in notevole evoluzione, lo è sempre stato del resto, ma ora il percorso che aveva portato il CFO, tecnico e “generalista” per definizione, a focalizzare e sviluppare competenze e le leve del Controllo di Gestione si sta muovendo verso una specializzazione di tipo finanziario e di risk management. Questo modo di operare è la diretta conseguenza della situazione macroeconomica, che nelle realtà del nostro territorio si traduce nella necessità di gestire risorse finanziarie sempre più limitate in contesti progressivamente più pericolosi dal punto di vista del credito; in tal senso, un aspetto fondamentale è quello di essere in grado di minimizzare i costi delle attività svolte.
Un ulteriore aspetto particolarmente rilevante è quello comportamentale: sta crescendo moltissimo il livello di attenzione sulla capacità di gestire la componente umana e la psicologia dei diversi interlocutori.
Quali possono essere alcuni indicatori "chiave" per valutare lo stato di salute dal punto di vista finanziario dell'azienda?
Focalizzando l’attenzione sulle aziende non quotate è possibile vedere come il termometro della salute finanziaria possa essere determinato già con un numero veramente ristretto di indicatori, che sono la base del funzionamento dei principali generatori di analisi di rating aziendale. In quest’ottica l’azienda può essere analizzata con strumenti utilizzati da quelle stesse società di rating che studiano gli Stati nel loro complesso. Si parla, quindi, di indicatori di redditività (EBIT, risultato ante imposte su attivo), di leverage (PN tangibile/attivo tangibile), di patrimonio netto rapportato agli immobilizzi materiali e di posizione finanziaria netta rapportata al Margine Operativo Lordo di periodo. Si tratta di indicatori che esprimono un giudizio immediato sulla solidità o vulnerabilità e consentono di raffrontare il dato con un campione di migliaia di aziende. L’effetto pratico è chiaro: l’azienda potrà conoscere la propria collocazione e disporre di un dato da presentare a terze parti, primi tra tutti gli Istituti di Credito e gli enti erogatori di finanza agevolata.
Quali consigli pratici darebbe per una gestione efficace delle risorse finanziarie in azienda?
Il concetto di gestione efficace delle risorse finanziarie oggi si potrebbe riassumere in due linee di azione: capacità di prevedere gli scenari futuri e capacità di ridurre il costo del capitale a debito e il rischio ad esso connesso. In un contesto nazionale e internazionale è fondamentale l’adattabilità: acquisire tutti gli strumenti per essere flessibili a variazioni non solo di tassi e cambi, ma anche delle strategie di mercato delle banche e, quindi, dei parametri di valutazione del merito creditizio. Non va, infine, sottovalutata l’opportunità costituita dalla finanza agevolata; nel fare questo il Legislatore ha guardato alle aziende virtuose, a quelle cioè che, investendo nella ricerca e innovazione stanno competendo nei mercati di riferimento. È per questo che chi si trova a gestire la finanza non può mai trascurare la continua attenzione al business nel suo complesso.
* Responsabile CUOA Finance