Francesca Chiara *
È il 1995 quando Daniel Goleman pubblica il libro “Emotional Intelligence”, best seller con oltre 5 milioni di copie vendute nel mondo.
Il concetto di intelligenza emotiva viene reso popolare, evidenziando come in ambito lavorativo d’eccellenza dipende parzialmente da capacità intellettuali, conoscenze tecniche ed expertise, quanto piuttosto da qualità personali di diversa natura.
Secondo Goleman, l’intelligenza emotiva si fonda su un insieme di competenze emotive riconducibili a 5 elementi: consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità sociali. Stiamo parlando di aspetti relativi al nostro modo di percepire, di agire e di reagire alle situazioni, che sono alla base dei nostri comportamenti quotidiani e che vengono riconosciuti come fattori in grado di determinare significativamente il livello delle nostre performance professionali.
A distanza di quasi 15 anni dalla prima pubblicazione di Goleman, il tema è ancora di grande attualità e interesse per chi si occupa di risorse umane e di gestione aziendale: non siamo testimoni di una moda passeggera, per sua natura limitata nel tempo, quanto piuttosto di un fenomeno di significativa rilevanza.
La popolarità deve essere accompagnata da una dose di sano scetticismo verso operatori del settore che, pur di cavalcare “l’onda delle competenze emotive”, si sono improvvisati esperti di tale approccio, proponendo soluzioni e strumenti di misurazione e di sviluppo improvvisati e sprovvisti di fondamento metodologico. Lo sviluppo individuale della competenza richiede un profondo e articolato percorso di trasformazione personale, a partire da un processo di consapevolezza che si sviluppa necessariamente attraverso una fase di sperimentazione, in cui il soggetto rimette in gioco i propri schemi mentali e comportamentali a favore di nuove strategie di risposta da consolidare poi.
Diventa così essenziale focalizzare l’attenzione sull’esigenza di creare un legame forte tra metodologie didattiche, modelli di apprendimento e processi di sviluppo delle competenze emotive, in una crescente integrazione tra approcci tradizionali, metodi esperienziali e soluzioni one-to-one.
* Area Competency Development, Fondazione CUOA