Enrica Quaglio *
Il termine “spogliatoio” è tipicamente sportivo e, se utilizzato in azienda, è sicuramente mutuato dallo sport. Eppure c’è un rugbista francese, Christian Labit, che paragona lo spogliatoio all’ufficio.
Strana cosa … ma siamo sicuri che lo sia poi così tanto?
L’ufficio è un porto sicuro, è dove si progetta, si prepara, ci si documenta. In ufficio avvengono i confronti di idee fra colleghi, si fanno riunioni, a volte si mangia continuando un lavoro, ci si fanno scherzi fra colleghi di uffici diversi. Insomma, a pensarci bene, l’ufficio è un contenitore non solo di competenze, ma anche di “umori”.
Tanto quanto lo spogliatoio che, nell’immagine collettiva degli sportivi, è un luogo “sacro”. Lo spogliatoio ha un fascino tutto suo.
È particolare, è un’esperienza da vivere, è qualcosa che gli sportivi sognano di notte, anche dopo che hanno finito l’attività.
Fare la doccia ha più gusto in spogliatoio con gli amici, che non nell’anonimo bagno di casa, anche se più confortevole, comodo ed accogliente.
Alla fine, ufficio e spogliatoio forse sono la stessa cosa. E, in entrambi i casi, il sinonimo corretto è TEAM. E i risultati, o le sconfitte, arrivano proprio da lì!
* Libero professionista, Formatore e Consulente HR
Buongiorno,
il parallelismo è semplice ma pienamente azzeccato. In un periodo di crisi, di continui cambiamenti negli scenari competitivi, credo che una delle componenti fondamentali che possa fare la differenza è la persona, le sue capacità di relazionarsi, la sua volontà di crescere, la sua passione. Penso che giorno dopo giorno le aziende siano sempre meno un insieme di procedure e sempre più un gruppo di persone. E come in ongi team sportivo è fondamentale la figura del “capitano”, del (o dei) leader.