a cura di Nazareno Galieni *
Nella freneticità della vita moderna, gravata da innumerevoli impegni lavorativi, personali e familiari, il tempo risulta essere la nostra risorsa più limitata e, pertanto, la più preziosa. Viviamo in un mondo in cui le aspettative prestazionali sono sempre maggiori, la tecnologia ci tiene costantemente connessi e la quantità di informazioni a cui siamo sottoposti tende a superare le nostre capacità di elaborazione e/o di presa di decisione. Come tutti ormai dicono, ‘siamo stressati’ e il nostro corpo spesso ci invia messaggi (inascoltati) di protesta, attraverso sintomatologie psico-somatiche più o meno rilevanti (cefalee, insonnia, disturbi gastrointestinali, ecc.).
In questo scenario, in cui si corre a testa bassa inseguendo l’ultimo beep dello smartphone, diventa ‘vitale’ dotarsi di strumenti che ci consentano di riprendere in mano il nostro tempo e la nostra vita. Ma da dove partire per imparare a gestire in maniera efficace i propri impegni, salvaguardando al contempo il proprio benessere e il proprio equilibrio psico-fisico?
Come recitava la pubblicità di un famoso amaro, il primo passo consiste nel ’fermarsi un momento’ non solo per ‘gustare la vita’, che di per sé sarebbe già un notevole passo avanti, ma per riprendere il contatto con sé stessi e interrogarsi ogni tanto sul senso del nostro correre.
Dove stiamo correndo? Chi ce lo chiede? È davvero tutto importante e urgente? E poi, che cosa è davvero importante per noi?
Per essere vivo e vitale, ciascuno di noi deve trovare un adattamento tra almeno tre diverse istanze interiori: il sé sociale (cosa si aspettano gli altri da noi), il sé psicologico (le nostre credenze e i nostri valori) ed il sé fisico (le nostre esigenze biologiche).Ma il nostro sé strategico (il sé che valuta e agisce) è consapevole delle diverse istanze? Attribuisce a ciascuna voce la corretta importanza? Riesce ad equilibrare i diversi aspetti?
Il proliferare dei centri benessere, delle filosofie orientali (Yoga, meditazione, ecc.) e il diffondersi della mitologia del ‘mollo tutto e cambio vita’ ci fanno arguire che il nostro stile di vita sia notevolmente sbilanciato in direzione del sé sociale, penalizzando non poco la dimensione del sé fisico e, talvolta, del sé psicologico.Il primo passo per una gestione efficace del tempo, dunque, consiste nel frapporre uno spazio di pensiero negli automatismi tra input e output, uno spazio di consapevolezza e di presa di contatto interiore con i propri sogni, i propri desideri e, soprattutto, con i propri valori.Uno spazio di progettualità che consenta di connettere l’acefala routinarietà dell’agire quotidiano ad una dimensione di senso più profonda, legata al perseguire qualcosa di importante per noi nel futuro, partendo dal vivere consapevolmente ogni momento del presente.Solo partendo da tale consapevolezza le tecniche e strumenti del time-management possono consentirci di fare qualcosa di più del semplice mettere ordine tra gli impegni e le attività. Esse possono permetterci di riprendere in mano la gestione non del tempo (che corre per la sua strada e non è gestibile), non (solo) delle attività, ma di noi stessi e della nostra vita.
* Docente CUOA Corso JobLeader Time Management