a cura di Alberto Felice De Toni *
I nuovi modelli di organizzazione industriale – che vanno sotto il nome di produzione snella – sono stati concepiti in Toyota, agli inizi degli anni ’70, sotto la guida di Taichi Ohno, noto per aver descritto nel libro del 1978 Toyota Production System i principi ispiratori che stanno alla base del successo della famosa casa automobilistica nipponica.
In questo spazio limitato desidero sottoporre al lettore un apparente paradosso. Produzione snella significa produrre con meno materiali, meno scorte, meno ore di manodopera, meno ore macchina, meno spazi eccetera, al fine di rendere più “magro” il processo di trasformazione e renderlo in ultima analisi più efficiente. E, quindi, ecco la continua lotta, dettata dalla logica del miglioramento continuo, alle ridondanze di natura fisica.
Ma questa lotta alle ridondanze di natura tangibile si realizza con un’altra ridondanza: quella di natura intangibile. Fatta di persone capaci, non solo di attività esecutive, ma anche di manutenzione, di controllo della qualità, di programmazione della produzione, di mutuo coordinamento a monte e a valle del processo di trasformazione. In una parola, una ridondanza funzionale dei lavoratori, le cui capacità polivalenti si ottengono con investimenti in formazione, in comunicazione e informazione diffusa, nella creazione di contesti professionali dove il capitale cognitivo e relazionale alimentano quello organizzativo. Le parole chiave sono ridondanza di natura funzionale, cognitiva, informativa e relazionale.
Il modello organizzativo di riferimento non è a una mente (tecnostruttura al centro), ma a molte menti (intelligenza distribuita in periferia). I comportamenti sono basati non tanto sui compiti (che sono dati), bensì sui ruoli (che sono assunti). Le persone non aspettano il sollecito della gerarchia per agire, ma si mobilitano sulla base di processi di auto-attivazione, intesa come intra-imprenditorialità.
In sintesi: per essere snelli sul piano tangibile bisogna essere ridondanti sul piano intangibile. È la logica della compresenza degli opposti che le scienze della complessità ben conoscono. Come insegna Jorge Luis Borges: quando trovi un bivio, imboccalo!
* Rettore dell’Università degli Studi di Udine e Advisor CUOA Lean Enterprise Center
L’articolo mi piace, l’unica cosa un po’ strana é l’uso della parola ridondanza.
Da Wikipedia:
La ridondanza è l’essere sovrabbondante, eccessivo o non necessario. Il termine ha varie accezioni:….
Mah, forse era meglio un’altro termine?