a cura di Francesco Gatto *
Il tema del cambiamento organizzativo, in un’ottica di incremento di efficacia dei processi interni ed esterni (generazione di valore per il cliente) e di aumento del grado di motivazione/commitment delle risorse umane, si pone come elemento di assoluta priorità nei piani di sviluppo delle banche nell’attuale fase congiunturale. Il sistema bancario si trova, infatti, ad affrontare un contesto estremamente delicato e complesso che vede non solo un’oggettiva difficoltà nel sostenere l’economia reale, ma anche un intervento sempre più forte e incisivo, attraverso varie forme e modalità, dell’Autorità di Vigilanza. In tutto questo, sono diverse le strade che le banche stanno percorrendo; tra i vari percorsi intrapresi, meritano di essere citati l’impegno volto al presidio della stabilità patrimoniale, monitorando il rischio in maniera proattiva e ridefinendo il flusso del credito per migliorarne efficienza ed efficacia, e anche il tentativo di valorizzare e riorganizzare la rete distributiva (filiali, promotori, canali telematici, web ecc.), con un focus sulla produttività delle diverse filiere di business.
Affrontare queste sfide significa interrogarsi su come riorganizzazione modelli e processi nell’ambito di strutture aziendali spesso pesanti e poco agili. Per tentare di accelerare tali processi, scardinando le inevitabili resistenze interne, il Lean Management può rappresentare uno strumento che può favorire lo sviluppo di una nuova cultura e rompere determinati paradigmi ancora radicati nel settore bancario. Il Lean Management, infatti, è una filosofia che sta cambiando radicalmente il funzionamento delle organizzazioni, puntando su attività e processi a valore aggiunto per il cliente e sull’eliminazione degli sprechi, attraverso una forte partecipazione e adesione della popolazione aziendale che assume un ruolo attivo nella definizione delle idee per un possibile miglioramento dei processi. La banca è a tutti gli effetti un‘azienda e ciò che vale per un’impresa manifatturiera vale anche per un’impresa bancaria: i principi del profitto o della generazione di valore per il cliente oppure le logiche di efficacia ed efficienza valgono tanto per l’impresa manifatturiera, quanto per l’industria bancaria (naturalmente con una declinazione in funzione delle specificità del settore).I principi del Lean sono perfettamente coerenti con le esigenze di sviluppo organizzativo delle banche e qualità del servizio, costi contenuti e velocità di esecuzione sono alcune delle variabili più importanti su cui la banca del domani si gioca la partita per rimanere nell’arena del mercato.
Quando parliamo, quindi, di “Lean Banking” facciamo riferimento a progetti di miglioramento che ridisegnano i processi interni della banca, mettendo al centro la soddisfazione del cliente e la riduzione degli sprechi, applicando logiche e tecniche che nascono nel mondo manifatturiero, ma che ormai trovano piena applicazione nel mondo dei servizi. Anzi, a ben vedere, la contaminazione “azienda-banca”, attraverso l’implementazione di tecniche di derivazione industriale, potrà contribuire a mettere in discussione e scardinare possibili approcci di autoreferenzialità, tuttora presenti nella cultura delle banche, e avvicinare sempre più le imprese bancarie a logiche di efficienza ed efficacia, in definitiva di mercato.
* Responsabile CUOA Finance
interessante articolo.come promotore all’interno di una banca,non posso che condividere questa analisi. Una ristrutturazione in senso lean e’ auspicabile. Purtroppo anche la nuova normativa europea trasferita poi in salsa italiana e quindi bizantina, non fa che appesantire con tutta una serie di adempimenti inutili e costosi i processi ,sia all’interno della banca che nella cosiddetta offerta fuori sede.Un tipico atteggiamento italico di iperregolamentazione che passa dal lassismo all’ingessatura del sistema.Il tutto a danno dell’utente finale che deve sopportare i costi di iperregolamentazioni che dovrebbero invece tutelarlo.Il problema comunque esploso negli ultimi dieci anni e’ comune a molti settori,in primis quello assicurativo, che non potra’ mai avere tariffe piu’ convenienti e tendera’ a fare sempre piu’ cartello per sopravvivere alla burocrazia.