A cura di Roberto Filippini*
Uno dei settori maggiormente innovativi è quello dell’auto, dove l’elevata competizione mondiale e le crescenti esigenze prestazionali dei clienti (ad esempio bassi consumi, sicurezza e confort) spingono le aziende a trovare nuove soluzioni, sia sul piano tecnologico, sia su quello organizzativo e gestionale.
Per capire meglio questi fenomeni abbiamo visitato alcune aziende particolarmente dinamiche nel panorama mondiale.
Nel Master in Management dell’Innovazione, così come negli altri corsi, è normale visitare imprese e dialogare con i loro manager.
Nel mese di marzo siamo andati in Porsche, nel nuovissimo stabilimento di Lipsia, e in Dallara Automobili a Parma, azienda di piccola-media dimensione.
Due differenti esperienze, accomunate da un altissimo tasso di innovazione.
In Porsche è di particolare interesse l’innovazione organizzativa, che riguarda la gestione del flusso dei materiali, la cosiddetta logistica interna. Circa 700 persone, nei tre turni, guidano dei piccoli carrelli elettrici, che prelevano i materiali e i componenti da un magazzino di snodo fra fornitori e fabbrica per portarli alle varie stazioni di lavoro non prima di 1 minuto dal loro utilizzo (si avete letto bene: 1 minuto). È una macchina organizzativa che funziona come un orologio svizzero, ispirata dai principi Toyota dei giapponesi. Si tenga presente che le vetture prodotte non sono mai uguali fra loro: cambiano i modelli e, soprattutto, gli allestimenti, cioè gli optional richiesti dal singolo cliente. Ciò rende assai complessa la movimentazione dei diversi materiali e, senza questa innovazione organizzativa, si accumulerebbero enormi scorte di semilavorati in fabbrica.
In Dallara Automobili l’innovazione è di tutt’altro stampo. Qui siamo in una realtà in cui la produzione si limita a pochissimi prototipi. Il business, quindi, a differenza di Porsche, è sul know how da vendere e da innovare. I clienti sono i produttori di autovetture sportive e racing, che chiedono a Dallara ciò che non sono capaci di realizzare da soli, ad esempio, una parte del telaio in fibra di carbonio per ottenere leggerezza unita a solidità o per ottimizzare l’aerodinamica (che incide per il 50% sui consumi), attraverso una modernissima e unica galleria del vento, oppure per simulare e testare le performance di una nuova vettura. Ciò è realizzato attraverso un simulatore di guida che consente di testare prestazioni di vetture esistenti, ma anche di vetture ancora da progettare, riducendo tempi e costi di sviluppo di una nuova vettura sportiva.
Quanto di tutto ciò che gli allievi del CUOA hanno visto è trasferibile nella realtà delle nostre imprese? Moltissimo. Pur dovendo adattare ogni innovazione al contesto specifico, queste realtà dimostrano con quale approccio e metodo si debba adottare un sistema innovativo per migliorare la capacità competitiva dell’impresa.
*Direttore scientifico Master Full time CUOA in Management dell’Innovazione