A cura di Simone Vicentini*
Sarebbe riduttivo definirlo un “viaggio studio”: potrebbe risultare banale e non trasferire l’intensità e la qualità delle nozioni che apprendi in una settimana vissuta nella comunità industriale giapponese. respirando un’atmosfera Lean che non viene mai chiamata per nome.
Lean management non è un termine utilizzato nelle fabbriche giapponesi, anche se lì lo si pratica in maniera rigorosa, nessuno ha bisogno di definirlo con un nome perché è un valore comunitario e non una tecnica produttiva. Capisci che solo in questa atmosfera poteva nascere il TPS (Toyota Production System) che ha permesso di organizzare un senso collettivo di vivere il lavoro in un approccio avanzato di produzione decodificando riti comuni della società giapponese e trasformandoli in scienza.
Comprendi quindi le origini del Lean Approach, partendo dalla società e arrivando alla fabbrica. Ti viene naturale assimilare quale sia stata ad esempio l’evoluzione del Kaizen (miglioramento continuo), che ha il suo fondamento in un senso di umiltà diffuso, che respiri nel paese del Sol Levante e a un’attenzione all’altro che non trovi in nessuna altra civiltà avanzata. Ecco, quindi, che queste caratteristiche nazionali si traspongono naturalmente nella matrice produttiva delle fabbriche che rappresentano la continuità della vita privata degli individui, che dispongono di un’attenzione maniacale al dettaglio, e la sublimazione della comunità alla quale si vuole offrire un “continuo miglioramento”.
Riesci a capire queste logiche perché un mediatore culturale, sempre presente e generoso nel dispensare le nozioni attinte dalla propria conoscenza ed esperienza, te le spiega durante tutto il tuo viaggio. Grazie a lui capisci perché in Giappone non distingui il borghese dall’operaio: anche il più ricco non vuole apparire, capisci l’umiltà. Ti racconta che in Giappone si comincia a lavorare in una fabbrica e ci si resta tutta la vita perché è l’azienda a pensare al tuo futuro da pensionato: l’azienda è utile alla società e l’azienda sei tu, per sempre.
Incontri gli Old Boy di Toyota (manager in pensione delle catene di produzione più avanzate al mondo) che provvedono a trasferire il verbo in un edificio alle porte di Nagoya, terza città del Giappone non lontana Toyota city, che è a metà tra un laboratorio di fisica e una scuola elementare. Gli arzilli nonnetti, ne avevamo tre per un totale di circa 200 anni, insegnano la pratica e la teoria con rigore e interagiscono con i propri allievi, noi, con un rituale orientale che nella pedagogia europea non trovi. Apprendi in fretta così, perché non passa molto tempo dalla teoria su un banchetto da liceo alla pratica in laboratorio. Ti rimane dentro anche grazie alla lingua asiatica parlata con poche parole scandite con solennità e scritta con ideogrammi che pensavi fossero confinati alle sole pubblicazioni artistiche prima di vederle scritte nella lavagna dell’aula.
Impari cosa significa Sojido “la via della pulizia”. Nella prima grande crisi giapponese un imprenditore che produce schede elettroniche è in difficoltà e, non potendo più permettersi un’impresa di pulizie, è lui ad occuparsi dell’igiene della propria fabbrichetta. Ci va al mattino presto, prima dei suoi dipendenti e lontano dagli occhi dei vicini, e comincia a toccare con mano le proprie macchine e capisce che se ben pulite possono essere efficienti e trasmettere lo stesso sentimento ai propri dipendenti. Se ben pulite si usurano meno e meglio, durano di più e si mantengono efficienti: i costi di investimento si comprimono e l’aumento della richiesta di produzione può essere soddisfatto anche comprando macchine usate: si risparmia l’80%. L’imprenditore come esempio, l’imprenditore come ispiratore. Oggi le pulizie le fa assieme ai suoi manager 30 minuti prima dell’inizio della giornata lavorativa: condividono valori, fanno team building e conoscono la propria azienda toccando i suoi muscoli. Per sentirsi meglio a volte si prendono cura delle pulizie di un tempietto induista poco lontano, i residenti ringraziano, li imitano: la comunità migliora e tutti ne sono felici.
I giorni di viaggio passano in fretta, non hai tempo di disfare la valigia che già riparti il mattino dopo per una nuova meta: visiti una manifattura, un ufficio, fai un briefing e un de-briefing con un consulente/docente portato dall’Italia che ti aiuta a far tua l’esperienza appena vissuta. Arrivi in una nuova città, dove la premurosa guida giapponese, che viaggia anch’essa sempre con te, ha già provveduto ad organizzare con zelo e dinamismo la logistica della serata (hotel, vitto e piccola visita libera della città): risultato impeccabile.
Atterri in Italia senza rendertene conto, ma ti risvegli subito alla consegna dei bagagli: l’efficienza nipponica è ben altra cosa. Fa lo stesso, sai che potrà migliorare, tiri dritto e ti senti più ricco di competenze che non vedi l’ora di applicare nella tua azienda, fai un grande respiro e ti tuffi nella quotidianità con una diversa consapevolezza: ora sai dove il Lean ti può portare.
*Direttore generale di GLS Enterprise. GLS è tra i principali player nel mercato dei corrieri espressi.