General Management Lean Management

Motori “non immobili”

Introduzione all’intervento di JMAC Europe al Lean day 2016

di Masanaka Yokota*

Nel cercare di comprendere i fenomeni dell’universo, Aristotele si diceva convinto che tutto ciò che si muove è mosso da altri e non si muove da solo. Capendo che sussistono interferenze tra gli strati terrestri e celesti, aveva assunto che vi dovesse essere un motore esterno, eterno, immateriale  e immobile – per il quale si attiva il reciproco influsso tra gli elementi del cosmo.

Oggi noi sappiamo che la realtà è ben diversa da come Aristotele la immaginava e l’uomo ha sicuramente una sua responsabilità rispetto ai “mutamenti del mondo”. La scienza ci ha portato a conoscere tantissime nozioni accurate e affidabili sul perché del moto terrestre e celeste. Eppure, quando siamo alle prese con le nostre esperienze quotidiane, capita a volte che ci comportiamo come se non avessimo la consapevolezza e quindi non percepissimo la responsabilità rispetto alle nostre azioni sia come singoli che come comunità – e a quello che esse possono determinare.

Spesso ricerchiamo le colpe del mancato successo o le leve per conseguire i risultati al di fuori del nostro mondo (reparto, impresa…), senza renderci conto che è come voler attribuire la capacità di determinare il nostro movimento (evoluzione, successo) esclusivamente a un motore immobile.

Se dovessi citare un punto di forza delle aziende giapponesi direi che sta proprio nella comprensione che il punto di forza è nelle persone, che sono i motori mobili – o meglio “non immobili” – dell’organizzazione d’impresa.

Esse possono attivarsi reciprocamente grazie alle conoscenze, agli strumenti, ai metodi, ma soprattutto sulla base di una comune prospettiva che maturi nel pensiero di ogni risorsa l’energia e la determinazione a realizzare per sé e per gli altri il successo nella continuità dei risultati nel medio-lungo periodo.

Guardando all’esperienza giapponese, non posso non rilevare che ogni azienda di successo ha sviluppato sistemi di gestione e organizzazione del lavoro distinti, ma possiamo dire che esistono dei fattori che le accomunano: il rispetto dei principi è secondo al rispetto per i colleghi e i clienti (persone). Perciò non si tratta solo di principi e rigore, ma piuttosto di motivazione e coinvolgimento, ossia di formazione, esempio ed esperienza.

Intraprendere un percorso Lean significa adottare riferimenti pratici, stabili e condivisibili per dare significato e riconoscibilità (valore e qualità) all’impegno di ogni lavoratore – qualunque sia il ruolo che svolge nell’azienda e nella vita o nella società.

Trovo che il Lean Day del 30 settembre organizzato dal CUOA sia una preziosa occasione per riservarsi del tempo su un tema particolarmente importante. Insieme al dott. Pilatti di Avaloq, che completerà il mio intervento, mi auguro pertanto di poter contribuire utilmente alla determinazione degli imprenditori e dei manager italiani a farsi motore non immobile per la propria impresa.

*CEO di JMAC Europe

Informazioni e programma Lean Day 2016 su http://leandaycuoa.instapage.com/