di Roberta Giovannuzzi*
Come ha ben scritto Jurg Zeltner su “Il Sole 24Ore” alcuni mesi fa [1] “l’intelligenza artificiale con cui lavoriamo e continueremo a lavorare nel prossimo futuro non è concepita per agire come una persona, bensì per aiutare le persone a capire le crescenti masse di dati disponibili, con l’obiettivo di semplificare e migliorare il lavoro e la vita dell’uomo”.
Una volta compreso e accettato questo concetto, probabilmente si ridurrà notevolmente la paura della prevaricazione tecnologica e del controllo che ancora oggi ci condiziona nel parlare di IoT negli ambienti di lavoro.
Certo questo non basta a farci fare passi in avanti, perché ancora non ci dice come muoverci e fino a dove, o quali siano le condizioni abilitanti ad adottare specifiche modalità e scelte.
Trattandosi di soluzioni sofisticate, spesso interdipendenti, ci si presentano come si presenta un violino o uno strumento da concerto ad un profano della musica: in una teca o su un supporto in bella mostra, alla sua vista lo ammiriamo, certi che di per sé la sagoma della sua cassa lo definiscano come strumento affascinante. Confidiamo ciecamente che esso possa essere fonte di armonie sorprendenti e non si vede l’ora di sentirlo all’opera, ma non sapendolo suonare non si sa da che parte prenderlo.
Nel caso dell’IoT e della realizzazione di smart factory, il suono che ci aspettiamo di udire è quello di una fabbrica che permetta di realizzare gli obiettivi di impresa con i nostri collaboratori, riducendo per quanto possibile la fatica fisica e aumentando la possibilità per l’uomo di svolgere un lavoro a valore aggiunto crescente.
Questo è possibile utilizzando la tecnologia al fine di identificare quale dato occorra e come leggerlo, scegliendo, ad esempio, il posizionamento e il tipo di sensori da applicare e individuando – in base all’accresciuta precisione e all’affidabilità del dato – le soluzioni di miglioramento più idonee all’esigenza dell’azienda e del suo cliente.
L’IoT è il nostro violino e CUOA Business School e Jmac Europe propongono a chi intenda muovere i primi passi nell’applicazione della tecnologia in azienda, l’assoluta novità di un corso pratico dal titolo Genba Innovation by IoT 4.0, che sarà tenuto dal consulente senior di Jmac inc. – ing. Kenji Matsumoto. Il corso avrà inizio il 22 marzo, per proseguire fino al 19 luglio 2018 presso la prestigiosa sede di CUOA Business School ad Altavilla Vicentina (VI).
Il corso, oltre alle lezioni in aula, prevede appositi momenti di approfondimento e di raccolta di elementi informativi utili a comporre il percorso, come illustrato nei passaggi in figura. Attraverso una serie di passi guidati, i partecipanti saranno in grado di tracciare una roadmap perfettamente coerente con gli obiettivi e le necessità della propria azienda.
Un modo semplice e pratico per sapere “da dove si comincia” senza disperdere energie e doversi accontentare della sola contemplazione della magia.
[1] J. Zeltner, “Collaboratori, non Concorrenti” in Dossier n.13 de Il sole 24 ore – Business e Tecnologia, 31 maggio 2017 (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-05-31/collaboratori-non-concorrenti-193341.shtml?uuid=AEpbKPWB )
*Head of Marketing & Communication at JMAC Europe