di Alessia Buzzi*
In vista dell’Elective MBA Imprenditori del prossimo 16 maggio 2018, Alessia Buzzi dell’Area Imprenditorialità di CUOA Business School sintetizza alcuni contributi sul tema del rapporto tra Private equity, crescita aziendale e passaggio generazionale.
Se volessimo rappresentare con i numeri il quadro del sistema economico-produttivo italiano, tre informazioni, multipli di dieci sarebbero sufficienti per comprendere immediatamente lo scenario: l’80% delle aziende sono dei family business e circa il 40% di queste sono guidate da imprenditori senior, con più di 60 anni. È quindi evidente come la fase del passaggio generazionale possa essere un momento destabilizzante e potenzialmente rischioso per la continuità dell’impresa.
Se non crea tensioni, che passaggio generazionale è?
Certo, il trasferimento della funzione imprenditoriale è un profondo cambiamento che altera gli equilibri dentro la famiglia e impone la necessità di attuare delle scelte all’interno dell’impresa. La messa a punto del nuovo modello di governance avrà delle implicazioni lato patrimoniale, poiché sarà imprescindibile tutelare i legittimi interessi di tutti i proprietari, indipendentemente dal loro ruolo in azienda. Se l’azienda è già gestita in modo organizzato e trasparente, per quanto complessa, non sarà una missione impossibile affrontare e pianificare adeguatamente la fase del passaggio. Anzi, può esser l’occasione per puntare al rilancio e allo sviluppo oltre che alla mera conservazione del business. In questa fase potrebbe essere utile guardare al mercato finanziario per trovare il giusto partner disponibile ad entrare nel capitale di rischio dell’impresa.
Come descriveva Paolo Gubitta, Direttore scientifico dell’Area Imprenditorialità di CUOA Business School, nell’articolo Imprese familiari e Private Equity: una questione di feeling, un operatore di private equity è tendenzialmente interessato a imprese familiari di un certo tipo, che abbiano solidi fondamentali, elevate potenzialità di crescita, vocazione all’export e dei chiari elementi di competitività che le distinguono sul mercato. Quali?
Nel numero de L’Economia del Corriere della Sera di lunedì 16 aprile 2018, Sonia Lorenzet, partner di Alcedo Sgr Spa illustra tre buone ragioni per cui il ricorso di un fondo di private equity può essere un partner strategico per la gestione del passaggio generazionale.
Lato famiglia vi sono due implicazioni interessanti:
– nel caso di continuità nell’ambito delle entourage familiare, il ricorso a un fondo di private equity permette di liquidare il familiare – socio non più interessato al prosieguo dell’attività, rilevandone le quote senza costringere gli altri azionisti ad intaccare il proprio patrimonio ed evitando così conflitti tra familiari
– nel caso di assenza di linee di continuità, il fondo potrà garantire il prosieguo dell’attività dell’impresa e sviluppo futuro all’azienda anche in assenza di eredi.
Lato impresa, la partnership con un fondo può essere vista come una potente azione di employer branding finalizzata ad attrarre capitale umano qualificato e dotato delle competenze necessarie per dare slancio al business e traghettare l’azienda da una gestione familiare ad una gestione manageriale.
Senza il timore di perdere le redini del controllo dell’azienda, il funzionamento dell’equity è un aspetto da conoscere e da valutare in situazioni di cambiamento per decidere se possa essere, per la propria realtà, uno strumento di creazione di valore.
*Area Imprenditorialità CUOA Business School