ImpresealCUOA, 9 luglio 2018
di Paolo Gubitta*
Hanno subìto gli effetti delle crisi economiche, finanziarie e geopolitiche degli ultimi anni, ma hanno avuto la forza di rialzare la testa, ripartire e tornare a crescere. Si chiamano imprese resilienti e sono l’Altra Italia che merita di essere studiata e raccontata. Al via il progetto «Imprese Resilienti» promosso da CEFab e CUOA Finance, in collaborazione con Adacta Advisory. Primo appuntamento al CUOA: 18 luglio alle ore 17 con il caso Valente srl.
C’è quella che, appena dopo lo scoppio della grande crisi del 2008, da un anno all’altro ha assistito impotente al crollo del settore e ha dimezzato il proprio fatturato senza nemmeno avere il tempo di capire cosa stava succedendo. C’è quella che, dall’oggi al domani, ha visto scomparire il suo principale mercato di sbocco per effetto di una decisione politica che ha introdotto il blocco delle importazioni. C’è quella che è stata violentemente risucchiata dentro il vortice della mancanza di liquidità e si è ritrovata paralizzata in ogni decisione.
Nell’ultimo decennio, si è sentito parlare spesso di situazioni come quelle appena descritte, che molto spesso hanno avuto come epilogo la chiusura dell’attività imprenditoriale o la sua svendita.
Si è prestata poca attenzione, invece, alle imprese che hanno subìto gli effetti delle crisi economiche, finanziarie e geopolitiche degli ultimi anni, ma hanno avuto la forza di rialzare la testa, ripartire e tornare a crescere.
Si tratta di realtà che hanno dimostrato di essere:
- robuste: sono riuscite ad assorbire i pesanti e violenti effetti degli shock senza scomparire dal mercato («barcollo ma non mollo»), facendo leva su risorse e competenze (imprenditoriali e manageriali) di cui non avevano piena consapevolezza, perché si attivano solo in caso di bisogno: sono quelle che danno robustezza
- rapide: a fronte dei devastanti effetti dello shock (economici, finanziari o geopolitici), hanno avuto la prontezza di prendere decisioni rapide per correre ai ripari ed evitare il peggio: scelte difficili e dolorose, da prendere in situazioni di elevata incertezza e con poche (e spesso confuse) informazioni
- intraprendenti: non hanno desistito di fronte alle difficoltà, ma hanno utilizzato in modo intelligente le ridondanze che avevano, più o meno consapevolmente, creato in azienda: risorse in eccesso, che hanno il difetto di ridurre l’efficienza, ma che in caso di bisogno sono essenziali per fare in modo che il motto «necessity is the mother of invention» diventi realtà.
Qualcuno potrebbe dire che in alcuni casi gli effetti indesiderati delle crisi esterne sono stati ingigantiti e resi più pesanti da carenze di competenze imprenditoriali e manageriali e dai conseguenti errori strategici, organizzativi e gestionali accumulati nel corso del tempo. È molto probabile: ma che male c’è?
Il progetto di ricerca «Imprese Resilienti» ha l’obiettivo di studiare le caratteristiche delle imprese che hanno rialzato la testa, approfondire i processi strategici, organizzativi e finanziari che spiegano le ripartenze, e raccontare queste esperienze attraverso la voce dei protagonisti (imprenditori, manager, temporary manager, consulenti).
L’iniziativa si inserisce nella scia di altri percorsi sullo stesso tema.
È del 2013 il libro Lepri che vincono la crisi (Nordesteuropa/Marsilio), scritto da Paolo Gubitta, Alessandra Tognazzo e Saverio D. Favaron, centrato sulle performance di tutte le 1548 imprese italiane del Made in Italy manifatturiero che alla vigilia della crisi avevano un fatturato compreso tra 10 e 12,9 milioni di euro, attraverso lo studio dei loro bilanci dal 2004 al 2010: in questa ricerca, realizzata dal dSEA Università di Padova e finanziata da ADACTA, venivano individuate le ragioni che spiegano perché certe imprese hanno continuato imperterrite a macinare risultati positivi mentre il mercato crollava. Successivamente, a partire da quella ricerca, nel 2016 su Entrepreneurship & Regional Development. An International Journal usciva Does slack always affect resilience? A study of quasi-medium-sized Italian firm, in cui veniva approfondito il tema delle risorse ridondanti e del loro impiego efficiente per affrontare con successo le crisi.
Nel 2015, il CUOA in collaborazione con Veneto Lavoro e Veneto Sviluppo, avviava l’Executive Master in Crisis e Change Management, finalizzato a formare le molteplici competenze per la gestione delle crisi. Questa iniziativa è giunta alla quarta edizione.
Al 18 luglio, con il caso Valente srl con la testimonianza diretta di Alessandro Valente, l’imprenditore che ha gestito in prima persona questa delicata fase della vita dell’impresa di famiglia, e di Paolo Masotti, il leader del team di consulenti che ha supportato l’azienda nella ristrutturazione, ci permetteranno di analizzare i fattori chiave del rilancio.
*Ordinario di Organizzazione aziendale e Imprenditorialità all’Università di Padova e direttore scientifico Centro per l’Imprenditorialità e le Imprese Familiari (CEFab) CUOA Business School