Una serata per celebrare un traguardo, quello raggiunto da 42 “campioni”, come ama definirli il direttore scientifico dei percorsi MBA CUOA, Andrea Vinelli.
Ad aprire i lavori, il nostro Presidente, Federico Visentin, che ha ricordato come il percorso affrontato da questi nostri nuovi Alumni sia stato impegnativo: “Avete dato un segno concreto di determinazione”.
E ha parlato del nostro ruolo, come business school: “Noi vi diamo percorsi di qualità e di contenuto, in un momento di incertezza incredibile. Ma una certezza c’è: sono le competenze solide, la spinta a imparare sempre”.
E poi Andrea Vinelli, che di Graduation Day ne ha visti tanti, ma ha sottolineato come ogni volta sia una emozione, perché è un giorno importante: “Siete 42 campioni”.
E ha ricordato il valore di un MBA ai giorni nostri: “Questo percorso ha un ruolo centrale nel preparare figure pronte ad affrontare le nuove sfide che stiamo vivendo. Servono 3 R: rigore scientifico, rilevanza manageriale (che è elemento nel pieno interesse delle imprese) e “reach” (comunicare, trasmettere e disseminare). E le sfide si vincono con solide e robuste competenze”.
Per questa serata speciale abbiamo avuto un ospite di eccellenza, Sandro Stramare, CEO di DAB Pumps S.p.A.
Bellissimo il suo incipit: “Siamo qui per celebrare voi. Io oggi ho il ruolo di contaminatore. Voglio parlarvi di persone e idee”.
Ha ripercorso la storia dell’azienda che nasce da imprenditori illuminati, che in seguito all’acquisizione da parte di un gruppo danese, danno vita a un modello di business unico basato sulla condivisione di valori e regole precise, ma che lascia a DAB autonomia d’azione, agilità e competenze già consolidate per mantenere intatti valori e struttura dell’azienda originaria.
E poi ha parlato di organizzazione e tecnologia:
“Una cambia poco e lentamente, l’altra molto e velocemente. La variabile determinante oggi è il tempo. Il digitale fa correre tutto. Ma la vera ricchezza di un’azienda sono le persone. Bisogna creare valore e supportare le persone. E per far fronte alla velocità imposta dalle nuove tecnologie servono alcune skills: capacità di accettare l’errore e diventare veloci a gestirlo per trovare la soluzione. L’incertezza è naturale, bisogna saper decidere, implementare e aggiustare velocemente. Una sola decisione perfetta all’anno non mi fa arrivare primo. I primi lavorano con rapidità, non meditano troppo, non rischiano di far diventare una buona idea cattiva perché hanno aspettato troppo”.
E ha spronato i nostri 42 “campioni”: “Evitate il compiacimento, che ha distrutto tante aziende. Bisogna mettersi sempre in discussione. Il successo oggi non significa successo domani. Mantenete freschezza, mettetevi sempre in discussione, guardatevi attorno, cercate idee nuove e brillanti e ricordate che un buon leader non si allontana mai troppo da chi lo segue”.
In chiusura la parola è passata agli allievi, che hanno parlato del valore che si portano a casa. Su tutti ne emerge uno: lavorare insieme, conoscersi e confrontarsi, passare tanto tempo insieme, esattamente come accade in azienda, ha un valore che non si può stimare.
Giacomo Tomezzoli, per i diplomati Executive MBA, ricorda: “Tutti noi siamo arrivati qui che sapevamo usare il nostro piede destro, anche bene direi: gli ingegneri di produzione sapevano fare gli ingegneri di produzione, i commerciali sapevano vendere, i tecnici sapevano fare i tecnici e così via. Siamo arrivati qui perché ci siamo resi conto che non volevamo più usare solo il nostro piede destro. Avevamo bisogno di coltivare nuovi talenti, perché solo con nuovi talenti potevamo puntare all’eccellenza. E così oggi chi sapeva gestire reparti di produzione sa anche di contabilità aziendale, chi gestiva una rete di fornitura sa anche comprendere le dinamiche del mercato, chi aveva cura dei clienti comprende anche le esigenze di un conto economico e di uno stabilimento produttivo, chi faceva marketing sa anche come è fatta un’impresa. Tutti hanno aggiunto talenti, hanno imparato ad usare meglio il loro piede destro, certamente, ma possono ambire a tirare anche con il loro piede sinistro, chissà forse fino ad arrivare un giorno anch’essi sulla cima del mondo”.
Caterina De Stefani, per i diplomati MBA part time International Program parla di cambiamento: “L’MBA ci ha introdotto agli schemi logici sottostanti la superficie colorata, agli schemi di lettura del general management. Ed è proprio questo che ora ci permette di creare figure e interpretazioni nuove della realtà, di fare del cambiamento un fedele compagno, di portarlo con sé in azienda e tra le mura di casa, perché noi siamo il cambiamento e siamo noi a decidere le regole del gioco. Abbiamo imparato a muoverci con consapevolezza della nostra professionalità e delle nostre capacità. Durante il Master abbiamo tentato di compiere un’operazione intellettuale per comprendere la struttura delle cose. Siamo ora in grado di cogliere la realtà che ci circonda, armonicamente destrutturarla e rimodellarla a nostro piacimento e di fare davvero la differenza”.