Cdi Andrea Vinelli*
A maggio dello scorso anno ho avuto la grande opportunità di vivere l’esperienza dello Study Tour in Silicon Valley, in California, con gli allievi dell’MBA part-time International Program di CUOA Business School.
È stata una settimana entusiasmante, in cui abbiamo visitato e conosciuto famose Università, importanti Centri di Ricerca, innovative Start Up e manager e imprenditori dalle storie illuminanti. Una settimana senza respiro al Luna Park mondiale dell’innovazione!
Siamo ritornati in Italia tutti molto soddisfatti, motivati e ispirati da una realtà che, proprio perché molto distante e diversa da quella in cui viviamo e operiamo qui in Italia, ci ha lasciato significative lezioni manageriali. Provo a raccontarvene alcune.
La prima: l’innovazione non nasce e si sviluppa per caso, ma ha bisogno del giusto ecosistema.
Tutti gli imprenditori italiani, giovani o giovanissimi, delle Start Up che abbiamo incontrato ci hanno raccontato che sono andati in Silicon Valley – nella promised land – perché qui in Italia non avrebbero mai potuto realizzare quello che stavano facendo lì.
Ora anche qui in Italia molto si è fatto e si sta facendo per favorire la nascita e la crescita di nuove imprese – mi piace citare PNICube l’Associazione Italiana degli incubatori universitari e delle business plan competition con il suo Premio Nazionale dell’Innovazione – ma la Silicon Valley rimane unica: un fazzoletto di terra dove si concentrano due Università (Stanford e UC Berkeley) che assieme vantano oltre 60 Premi Nobel, grandi Laboratori di Ricerca Federali che impiegano migliaia di dipendenti super qualificati (SLAC, NASA…), le più importanti imprese dell’economia mondiale (Apple, Google, Facebook, LinkedIn,….), moltissime start up in diversi stadi del loro ciclo di vita e…fiumi di denaro, all’apparenza senza limiti, a disposizione per sostenere ogni sviluppo!
E tutto questo avviene – seconda lezione – in modo velocissimo, senza burocrazia, senza tante analisi costi benefici, che come vediamo qui in Italia portano spesso alla paralisi di analisi e al non fare le cose, in modo informale, diretto, dove tutti si danno del tu (per forza in inglese….), ma è un tu vero, e si chiamano per nome senza distanze gerarchiche e senza anticamere per poter parlare con i piani alti, ai VC e al credito, sempre vestiti in modo totalmente casual anche ai più importanti meeting, perché ogni persona è considerata per il suo valore, non per come si veste! E subito anche tu entri in sintonia con questo mondo, che sprizza entusiasmo, simpatia, voglia di vivere a mille, con progetti e relazioni frenetiche e in cui si percepisce che l’uomo, con le sue idee innovative e la sua creatività, è il motore di tutto!
Se dovessi sintetizzare in una parola gli insegnamenti della Silicon Valley – questa la terza lezione – direi che tutto accade per un solo fine: crescita!
Paradossalmente non c’è nessuna enfasi sul fare profitti e nessun problema a essere in perdita: se cresci, gli investitori non ti fanno mai mancare i fondi. Questa è la storia di moltissime start up, ma anche di Amazon, che è stata in perdita fino a poco tempo fa, ma è oggi fra le prime grandi imprese al mondo per fatturato e il suo imprenditore l’uomo più ricco al mondo. In modo assolutamente controintuitivo, il vero unico obiettivo di ogni impresa è quindi crescere! Con tassi di sviluppo non infinitesimali, di zero virgola, come aihimè siamo abituati, ma di molti molti punti, raddoppi, mese per mese, anno dopo anno, per diventare grandi e appetibili.
Personalmente credo sia questo un aspetto su cui noi, Paese in cui la grande maggioranza delle imprese nasce, rimane e muore piccola, spesso per scelta deliberata, dovremmo molto riflettere: piccolo non è più tanto bello nelle grandi supply chain globalizzate.
Quarta lezione: un detto dei nostri vecchi recita “il meglio è nemico del bene”. In Silicon Valley questa regola è assolutamente compresa da tutte le start up. Tutti gli startupper che abbiamo conosciuto erano perfettamente consapevoli che la loro idea iniziale non sarebbe stata la loro idea finale di business e che il loro prodotto non era perfetto, ma tutti, concretamente, puntavano a realizzare in tempi rapidissimi il loro MVP – minimum viable product – che funzionasse, e che fatto vedere ai VC e fornitori di linee di credito garantisse altri fondi per andare avanti, migliorarsi e crescere ancora!
Certo, anche la Silicon Valley a vederla bene e dai racconti dei giovani italiani che lì stanno lavorando non è il paradiso, la terra promessa perfetta: ritmi forsennati, stress elevati, competizione altissima, difficoltà ad avere e rinnovare il visto di soggiorno in scadenza (acuitesi con Trump), costo della vita, affitti e acquisti di casa alle stelle, traffico e ingorghi per le highway californiane complicano un pochino la vita quotidiana. Soprattutto se si pensa che, come cantava Gianni Morandi, solo uno su mille ce la fa!
Le statistiche ci dicono che sono pochissime le imprese che arrivano al successo vero, a fare il botto e ad essere acquistate o ad andare in borsa, molte falliscono malamente.
Ma – e questa è l’ultima lezione, forse la più importante – non sì fermano certo né la voglia di fare impresa né la disponibilità dei finanziatori a credere e sostenere le nuove idee. Perché in Silicon Valley “fail” non vuol dire fallimento, colpa di cui pentirsi, disappunto da parte della comunità di riferimento, peccato di cui vergognarsi.
“Fail” è concepito come First Attempt in Learning e diventa quindi motivo di merito, da raccontare nei colloqui in cui si presenta la propria nuova idea e si cercano nuovi finanziamenti, da scrivere come titolo onorifico nel biglietto da visita, come abbiamo potuto vedere con i nostri occhi: serial failer!
Cosa ci si porta a casa da un viaggio di questo tipo? Un pieno di energia, ispirazione, nuovi spunti, nella consapevolezza che la Silicon Valley non è un modello da adottare, ma da adattare al contesto che conosciamo.
*Direttore scientifico MBA part time CUOA Business School
Presentazione della seconda edizione del Silicon Valley Study Tour (dal 3 al 7 giugno 2019): venerdì 22 febbraio 2019, dalle h. 19:00 alle h. 20:00