di Giorgio Beghini*
Il Project Manager oggi è a tutti gli effetti una professione; esistono infatti percorsi formativi per sviluppare le conoscenze e le capacità per esercitare questo importante ruolo, come pure certificazioni specifiche in questo ambito.
La figura del Project Manager negli ultimi anni è cambiata profondamente: si è passati da un ruolo prevalentemente tecnico (il bravo progettista che gestiva anche dei progetti) a un ruolo manageriale di coordinamento e di responsabilità sulla realizzazione del progetto.
Oggi, inoltre, esiste un’ulteriore evoluzione: il Project Manager è colui che accompagna il progetto dal suo concepimento al risultato finale, raggiungendo anche e soprattutto gli obiettivi di business.
Tale concetto può essere sintetizzato nella frase “Non basta più realizzare un progetto fatto bene, bisogna realizzare quello giusto”, pronunciata qualche anno fa da un Project Manager della CIA.
Il Project Manager non è più la persona a cui è assegnata la responsabilità di realizzare il progetto “bene” (nei tempi, nei costi, nei contenuti, gestendo i rischi, le risorse ecc.), ma deve essere coinvolto nella “giusta” realizzazione: deve portare al risultato, all’obiettivo di business dell’azienda. Ciò comporta un ampliamento sia del ruolo del Project Manager che dell’approccio al mercato.
Infatti, la prima richiesta del cliente è che il fornitore/partner sia in grado di sviluppare il prodotto e che quindi possieda le capacità tecniche necessarie. Una volta verificate queste ultime, diventa altrettanto importante dimostrare di avere la capacità e l’organizzazione per gestire la realizzazione del progetto.
Di fatto fornire un prodotto eccezionale nei tempi sbagliati oppure non percepire la reale esigenza del cliente ha delle conseguenze deleterie tanto quanto quelle relative a una mancanza tecnica.
Purtroppo, è anche una di quelle professioni più “millantate”, nel senso che ci sono persone che si dichiarano Project Manager, ma nella realtà non hanno né le competenze né la capacità di gestire progetti. Per questa ragione è importante la formazione e anche un’eventuale certificazione della competenza.
La formazione deve considerare innanzitutto il contesto, l’organizzazione e le motivazioni del Project Management, per poi fornire gli strumenti pratici di gestione, considerando sempre sia i loro punti di forza che i loro impatti sull’organizzazione.
Occorre essere ben consapevoli che non esiste una soluzione adatta a tutte le realtà o che risolve tutti i problemi. È compito della singola organizzazione scegliere e utilizzare gli strumenti più consoni e graduarne l’applicazione in base alla complessità, alle caratteristiche dei progetti, alla propria cultura e prassi.
Non bisogna, inoltre, dimenticare che la vera forza di ogni organizzazione sono le persone e in particolare coloro che partecipano ai team di progetto; l’approccio quindi deve essere incrementale, ma anche deciso.
*Consulente, formatore ed esperto in ambito Project Management, Faculty Corso executive Jobleader Project Management