È compito di una Business School, per come lo interpretiamo noi, offrire anche occasioni per riflettere su opportunità, prospettive e metodi a volte forse lontani dalla nostra quotidianità, perché crediamo che non sempre sia necessario dare risposte.
A volte è giusto far nascere dubbi e domande.
È successo un po’ questo all’ultimo incontro riservato del nostro CLUB Member ed è stato possibile grazie al contributo di Diotima Society, che ha creato il modello della C-School, un intermediario che si pone l’obiettivo di collegare, interpretare e tradurre fonti di conoscenza multiple e di natura diversa, superando sia le barriere verticali tra silos disciplinari e settoriali, sia quelle orizzontali tra l’economia dei territori e quella delle singole imprese.
Integrazione, collaborazione e creazione di reti sono temi discussi quasi all’ordine del giorno. Le condizioni, prima di tutto culturali, e la preparazione, anche pratica, per farlo sono più complesse.
In questa serata abbiamo potuto davvero riflettere e spaziare con la mente verso una prospettiva non nuova, ma certamente complessa, quella della condivisione a 360° della conoscenza, partendo da un presupposto molto forte:
la connessione tra imprese passa attraverso le persone; vita e cognizione sono strettamente connesse: condividere saperi, esperienze e metodi significa rompere delle barriere, far emergere un sapere più grande e darsi la possibilità di guardare futuri diversi.
Ma come può tutto questo interessare l’impresa?
Tutto questo significa creare ecosistemi, contesti e ambienti in cui le persone sono capaci di gestire la complessità, di creare collaborazione, di aumentare il valore e quindi di rispondere in modo preciso ai bisogni del mercato.
Bisogna pensare che la ricchezza oggi si genera sempre di più al di fuori dei capannoni, il valore del brand supera il valore del prodotto in sé, la percezione che porta all’acquisto è legata ad un insieme valoriale, il prodotto non è più acquistato in quanto tale, ma per l’insieme di valori che porta con sé.
In questo le nuove tecnologie hanno dato una spinta fortissima, ma hanno anche contribuito a creare un contesto caotico e in continua evoluzione.
Diotima ha spinto i nostri CLUB Member a riflettere di quanto caos sia diverso da caso. Il caos contiene elementi di ordine nascosti, che se individuati e fatti emergere determinano nuovi punti di partenza per trovare risposte e soluzioni.
La connessione, gli ecosistemi, la condivisione del sapere e del saper fare (alla base della C-School) vanno in questa direzione.
Il punto di partenza è la creazione di valore, creando coinvolgimento, stimolando la sperimentazione, arrivando a interpretare la relazione tra imprese in chiave di community.
Vale per le attività di marketing, i community manager lo sanno, può valere per lo sviluppo del business?
In termini generali, governare una community significa disporre di un patrimonio. La community di imprese è un moltiplicatore di opportunità, in cui il sapere di uno è il sapere di tutti, il valore di uno aumenta il valore di tutti, l’impresa non è più sola nel cercare e coltivare opportunità di business.
Se pensiamo alle energie che l’impresa deve mettere in campo per competere sul mercato da sola, diventa interessante provare a immaginare un contesto in cui anche la competizione non sia più individuale, ma sia condivisa: più imprese che portano valore al mercato e che in logica di sistema danno risposte complete, connesse.
È possibile che sia una esperienza facilitante per il cliente e una ottimizzazione di sforzi per le imprese?
Questa volta le domande valgono di più delle risposte.