di Alberto F. De Toni*
La nascita della scienza moderna nel XVII secolo si identifica con una scelta drastica e vincente: quella di rinunciare a studiare la natura come un tutto organico e concentrarsi su fenomeni semplici e quantificabili, isolandoli da tutto il resto. Questo atteggiamento metodologico, che va sotto il nome di “riduzionismo”, è all’origine dei più impressionanti progressi nella storia della conoscenza della natura.
Gli anni ‘70 del XX secolo segnarono l’inizio di una vera e propria rivoluzione culturale che si potrebbe chiamare antiriduzionista, che portò alla nascita della scienza della complessità.
La capacità di ridurre ogni cosa a semplici leggi fondamentali non implica la capacità di ricostruire l’universo a partire da quelle leggi. L’ipotesi costruzionista crolla quando si confronta con la duplice difficoltà della scala e della complessità. Il comportamento di aggregati grandi e complessi di particelle elementari non si spiega in termini di una semplice estrapolazione delle proprietà di poche particelle. Al contrario, ad ogni livello di complessità compaiono proprietà interamente nuove.
L’intero diventa non solo di più, ma anche molto diverso dalla somma delle sue parti. Lo stato liquido non è una proprietà delle molecole d’acqua. L’autocoscienza non è insita nei neuroni. Le economie, le culture, le politiche sono fenomeni emergenti dall’interazione tra uomini.
Dunque la complessità come nuovo paradigma.
Il concetto filosofico che le compete non è più riduzionismo ma “emergenza” (nel senso inglese di emergence). I fenomeni complessi certo non violano le leggi fondamentali, ma spesso non sembrano derivarne logicamente. Scopo della scienza della complessità dunque è lo studio dell’emergere di tutte quelle nuove proprietà collettive, indotte dalle leggi elementari.
L’applicazione del concetto di emergenza al management implica il concetto di auto-organizzazione. Nelle discipline manageriali tradizionali l’auto-organizzazione è considerata marginale. La gran parte degli studi si concentra su coordinamento e controllo. Eppure la storia del mondo (pensate alle rivoluzioni) è una storia di auto-organizzazione. Il fordismo é stata la traduzione in ambito organizzativo del riduzionismo. Oggi i modelli organizzativi avanzati sono aperti ai contributi provenienti dal basso e dall’esterno, in una logica di rete.
*Direttore scientifico CUOA Business School
Fonte: Il Friuli Business