di Alberto Felice De Toni*
Karl Popper, filosofo ed epistemologo austriaco affermava che “La consapevolezza non inizia con la cognizione o con la raccolta di dati o fatti, ma con i dilemmi”. E il dilemma che desideriamo oggi sottoporre al lettore è il seguente:
all’aumentare della complessità esterna dei mercati sempre più competitivi, la complessità organizzativa interna delle imprese va aumentata o va ridotta? Come devono rispondere le organizzazioni?
Aumentando la complessità organizzativa interna, come indicato da Ashby (Legge della varietà necessaria, 1958) o riducendo la complessità organizzativa interna (cioè semplificare) come indicato da Luhmann (1984)?
La legge della varietà necessaria, formulata dal sociologo britannico e pioniere della cibernetica, William Ross Ashby rappresenta uno strumento chiave per il controllo dei sistemi: “per controllare un sistema di una certa varietà è necessario un sistema di controllo avente una necessaria varietà”. La legge di Ashby applicata alle scienze organizzative comporta che all’aumentare della complessità ambientale (espressa in termini di varietà esterna) deve crescere il livello di varietà (diversità) interna. La complessità organizzativa interna è quindi la risposta adattativa alla complessità esterna.
Secondo il sociologo e filosofo tedesco Niklas Luhmann un sistema è delimitato da un confine tra sé stesso e il proprio ambiente caratterizzato da una complessità esterna infinita o caotica. L’interno del sistema è quindi una zona di complessità ridotta. La selezione di una quantità limitata delle informazioni disponibili all’esterno è il processo è chiamato “riduzione della complessità”. Semplificando il sistema, il suo grado di libertà aumenta e migliora l’efficacia della risposta.
Come affrontare quindi la crescente complessità esterna? Aumentando la varietà interna o semplificando il sistema?
Chi ha ragione? Ashby o Luhmann? Hanno ragione entrambi! E per spiegarlo faremo riferimento alla figura dove si è rappresentato l’aumento di prestazioni complessive all’aumentare della complessità organizzativa interna. Fino ad un certo punto per far fronte alla complessità esterna (diversi paesi, mercati, consumatori ecc.) l’aumento di complessità interna (diversi prodotti, tecnologie, processi ecc.) determina un aumento di prestazioni. Ma oltre un certo limite si innesca la cosiddetta “spirale della complessità”. Spesso le imprese cercano di realizzare nella stessa unità operativa prodotti diversi, per mercati diversi, con tecnologie diverse, nella convinzione di ottenere economie di scala. In realtà queste dimensioni sono tra loro in conflitto e creano problemi spesso ingestibili. Per tentare di risolverli si assume più personale in una spirale di aumento dei costi e della complessità che va fermata.
Il concetto di focalizzazione espresso da Wickham Skinner (1974), docente alla Harvard Business School, si basa sull’assunto che una unità operativa focalizzata ottiene prestazioni superiori poiché si concentra su un mix limitato di prodotti, clienti e tecnologie. La concentrazione su una sola area consente prestazioni migliori di efficienza ed efficacia.
Quando la complessità interna raggiunge valori maggiori di un limite massimo accettabile, il livello di prestazioni ottenibili è inferiore a quello che si potrebbe raggiungere con una complessità minore. Diviene allora opportuno selezionare porzioni di complessità esterna, ciascuna affrontata da sottounità focalizzate, come fece ad esempio la Zanussi quando organizzò la produzione non più su un solo stabilimento, bensì su più unità produttive (lavatrici, frigoriferi ecc.). La suddivisione in sottounità focalizzate affronta in modo “modulare” l’aumento della complessità esterna. Infatti più sottounità selezionano parti minori di complessità esterna e possono rimanere a livelli accettabili di complessità interna; ovvero aumenta la complessità totale (Ashby) e si riduce la complessità locale (Luhmann). La modularità è una soluzione del dilemma.
Continua a seguire il nostro percorso di avvicinamento e preparazione al CUOA Excellence Day: Guidare le imprese sull’onda della complessità, in programma il 7 novembre al CUOA.
*Direttore scientifico CUOA Business School
Fonte: Il Friuli Business