di Giulia Omesti*
Relazioni, attenzione al futuro delle nuove generazioni, essere mamme e professioniste di successo. Questo lo straordinario focus del discorso di fine master dell’aula MBA part time International Program, in occasione del Graduation Day del 18 luglio 2019.
Buonasera a tutti,
questa sera ho l’onore di parlare a nome della classe MBA International 12a edizione, è una delle classi MBA con più alta presenza femminile e per questo avevo suggerito che fosse una di noi a fare il discorso finale. Sembra che i miei compagni l’abbiano presa come una candidatura e a detta loro pare che io sia qui anche a rappresentare la forza di noi donne e sono certa che la nostra forza è stata una leva positiva durante tutto il percorso fatto insieme.
Per quanto mi riguarda, credo di averla trasmessa perché in questi 16 mesi di MBA ho affrontato anche una gravidanza, quindi un parto e, soprattutto, la gestione di una neonata. Quando ho scoperto di essere incinta il master non era ancora iniziato, ma fortunatamente mi ero già iscritta, altrimenti probabilmente non lo avrei fatto e con il senno di poi sarebbe stato uno sbaglio enorme. Temevo che master e gravidanza non fossero compatibili, ma invece Sara e Carlotta che ora hanno due belle pance mi seguono a ruota. Tra le varie cose, mi sono quindi ritrovata a completare un modello di gestione con Chiara sulle ginocchia a dormire distesa tra me ed il computer (da buon Project Manager avevo pianificato di finire il feedback entro la sua nascita, ma lei è nata in anticipo, sconvolgendo il mio programma di studi), ma a parte questo e altre situazioni simili tra un corso e l’altro sono sopravvissuta.
Quindi, 16 mesi fa ci siamo presentati, ognuno di noi iniziava questo MBA con la propria aspettativa e motivazione.
Qualche settimana più tardi abbiamo conosciuto la Dottoressa Chiara Sergotti che ci ha seguito come coach e ricordo che ci disse “Voi ancora non siete un gruppo, ma un insieme di individui”. Confesso che al momento non avevamo ben chiaro il significato di quell’affermazione, che con il passare del tempo è diventata chiara, infatti si è creato un legame tra noi ed una rete di legami.
Perché all’inizio son partita dalla mia storia?
In realtà era solo un esempio, ognuno di noi ha dovuto affrontare problemi, incombenze, dolori, fatiche della propria vita personale e lavorativa, bambini piccoli da gestire, ragazzini più grandi che chiedevano presenza, mogli/mariti che sbuffavano perché il weekend non si poteva fare più niente o situazioni spiacevoli e difficili al lavoro ed è stato proprio il gruppo che si è creato ad essere empatico, motivante e di ispirazione.
Qualche mese fa nella newsletter del CUOA era presente un articolo che paragonava l’MBA a una maratona, che richiede fatica, sia fisica che mentale. Carlotta l’ha invece definito una staffetta: è vero che ognuno si è dovuto impegnare e preparare singolarmente nelle varie materie affrontate, ma la squadra ha permesso di arrivare fino in fondo con la giusta motivazione ed empatia (ad esempio nessuno poteva capire meglio di noi lo sforzo richiesto per completare il corso online con l’Università del Michigan e anche il sollievo al termine). In chiusura del master, il business plan, sviluppato in gruppo e dove ognuno ha potuto contribuire nell’area in cui si sente più forte è proprio la rappresentazione di questa staffetta.
Credo che la peculiarità di una classe MBA sia l’eterogeneità, si trovano anche in azienda colleghi di diverse età, con diverso percorso di studi, diversi interessi, diverse professioni, ma qui proveniamo anche da settori industriali diversi, direi anche molto diversi in alcuni casi. Questo e le dinamiche che si sono create nella classe ha permesso confronti davvero interessanti e ha arricchito la nostra esperienza formativa.
Abbiamo appreso conoscenze e competenze tecniche, sicuramente anche con l’obiettivo di crescere dal punto di vista lavorativo. Mi sento di aggiungere che abbiamo imparato anche che dovremmo pensare di più a come cresciamo i nostri figli, a come impattiamo sulle nuove generazioni, a come incrementare la sostenibilità e migliorare l’impatto sociale anche e soprattutto delle nostre aziende o delle aziende che fonderemo. Quanto appreso sarà strumento fondamentale per farlo.
Ma aldilà delle competenze tecniche, studiare contribuisce ad accrescere la capacità di farsi domande, di mettere e mettersi in discussione, di confrontare ed accettare punti di vista diversi, contribuisce a non uniformarsi.
Viaggiare studiando è ancora più potente. Nonostante tutti noi siamo abituati a viaggiare, siamo tornati illuminati da un fantastico study tour in Silicon Valley. Stupiti da come sia diversa la cultura aziendale, l’attenzione alle persone e la propensione al rischio. Un viaggio e degli incontri che ci hanno caricato e motivato: dovremmo riflettere molto sulle culture diverse dalla nostra e su quanto la nostra ci stia limitando, spesso senza che ne siamo consapevoli.
Crediamo che sia tutto questo che deve essere trasferito ai nostri figli, è la grande responsabilità che ci portiamo a casa per migliorare il nostro ed il loro futuro.
Concludo con i ringraziamenti. Ringraziamo il Prof. Andrea Vinelli per la professionalità e simpatia, Anna per l’infinita pazienza. Grazie allo staff CUOA e ai nostri docenti.
Ma il ringraziamento più importante va a mariti, mogli, compagne, compagni, figli e tutti i familiari. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il loro supporto, pazienza e comprensione.