Sembra appena ieri quando avevamo tra le mani un cellulare che aveva solo nove posizioni di memoria, pari ai numeri della tastiera, e sarà domani quando le auto si guideranno da sole, sfrecciando armonicamente tra le strade delle nostre città: innovazioni che si concretizzano in un tempo che sembra scorrere sempre più velocemente.
Come cambierà il mondo aziendale a causa dell’accelerazione dell’innovazione tecnologica, della trasformazione digitale?
Avremo il tempo per adattarci e governare questo cambiamento o dovremo semplicemente subirne le conseguenze?
Come può, oggigiorno, un’azienda riuscire a convogliare tutto il potenziale delle tecnologie digitali all’interno dei propri processi e trasformarsi per raggiungere nuovi livelli di produttività e maggiore competitività?
Per aver successo non basta possedere delle qualità, ma bisogna essere abili ad amministrarle: anche nell’ambito delle tecnologie digitali, non basta scegliere quella giusta, ma bisogna sapere come integrarla efficacemente nei propri processi aziendali.
In questi anni di ricerca sul tema, abbiamo compreso come integrare e governare le tecnologie digitali nelle aziende non sia un processo elementare, ma racchiuda la complessità di governare un cambiamento sia strutturale che culturale di ampi sistemi dinamici caratterizzati da intricati network di relazioni di cause ed effetti e molteplici stakeholder.
A livello strutturale, le nuove tecnologie hanno il potere di cambiare radicalmente il valore che le aziende propongono al mercato, il modo in cui lo offrono (i.e. modello di business) e il modo in cui lo creano (i.e. modello operativo).
Netflix non deve aprire nuovi negozi per aumentare i volumi di vendita, poiché la complessità del business è relegata all’interno della sua infrastruttura digitale e questo modello non riflette vincoli di capacità, perché è scalabile a livello operativo e possiede una struttura dei costi disaccoppiata dai volumi.
Da un altro punto di vista, l’innovazione tecnologica ha aumentato la frequenza con cui un’azienda si deve imporre di cambiare per rimanere sul mercato e ciò richiede di ripensare nel profondo la propria cultura e il modo in cui si decide di approcciare il futuro. I seguenti sei aspetti caratterizzano una filosofia culturale agile, utile per adattarsi alle nuove dinamiche dei business moderni, che deve essere assorbita ad ogni livello aziendale e messa poi in pratica in termini di atteggiamenti e attitudini:
- essere human-centred e orientati a creare contesti che armonizzino gli interessi degli stakeholder, riconoscendo che ogni decisione impatta sulle persone, direttamente o indirettamente, e che le persone sono il motore di ogni miglioramento dell’organizzazione
- basare le decisioni sui dati. L’intelligenza artificiale permette di estrarre valore da grandi moli di dati per convertire segnali e dati grezzi in informazioni utili. Tutti all’interno delle aziende devono essere formati per comprendere gli insight generati da sistemi basati su algoritmi di intelligenza artificiale per prendere decisioni all’interno della propria sfera di responsabilità
- monitorare le performance focalizzandosi sugli effetti degli output dei processi. Spesso infatti capita che le persone misurino il proprio operato valutando il prodotto delle proprie azioni, quando è più rilevante valutare gli effetti che il prodotto delle proprie azioni può avere sul sistema
- essere reattivi al cambiamento e spostare la sfida manageriale dalla ricerca di stabilità alla ricerca di innovazione e ciò impone di riconoscere l’incertezza come una componente fisiologica della realtà, la complessità come una fonte di creatività. Tuttavia, incertezza e complessità sono elementi impossibili da controllare razionalmente e, per riuscire a governarle, le aziende devono diventare agili e capaci di adattarsi velocemente agli stimoli esterni
- essere orientati all’apprendimento (learning-oriented). Sviluppare un’idea è un ciclo continuo tra l’astratto e il concreto, tra pensare, agire, valutare il risultato per assumere consapevolezza e migliorarsi. Nella pratica è ciò che succede in una trasformazione digitale, quando si decide di esplorare, ideare e sperimentare l’integrazione di una tecnologia, combinando le diverse esperienze raccolte nel processo
- scommettere sull’interdisciplinarietà, per stimolare la produzione creativa nei processi di innovazione.
Un ritardo nella pianificazione strategica e nell’esecuzione della trasformazione digitale della propria azienda, sia a livello strutturale che a livello culturale, può seriamente creare degli impedimenti nel governare un processo di trasformazione tecnologica e portare la propria azienda fuori controllo o fuori dal mercato. Le aziende devono diventare agili per riuscire a surfare sull’onda del caos del mondo moderno e devono lavorare strenuamente per comprendere come utilizzare tecnologia per ridisegnare i propri modelli di business e operativi.
La storia ci insegna che la mancata visione e pianificazione strategica su come affrontare un periodo di cambiamento è dovuta a modelli errati, che non riflettono la realtà e non consentono alle aziende e ai manager di leggere le traiettorie future.
Autori: Luca Vendraminelli e Andrea Vinelli
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CUOA Excellence Day “Guidare le imprese sull’onda della complessità”
7 novembre 2019
Parleremo di processi di crescita, di tecnologie e cultura organizzativa con due tra i massimi esperti di complessità, Alberto Felice De Toni e l’ospite internazionale Yves Morieux e 8 sessioni parallele di approfondimento.