Finanza d'Impresa Sostenibilità

Sostenibilità, non financial e integrated reporting

Sostenibilità: tema di attualità ma spesso oggetto di semplificate caricature.

In queste settimane abbiamo visto animarsi diverse piazze contro il cambiamento climatico. La sostenibilità, soprattutto ambientale, è certamente un leitmotiv dell’odierno dibattito internazionale.
L’importante però è non affidarsi a caricature semplificate del tema: + treni – aerei + mobilità pubblica e auto elettriche o ibride o idrogeno – carburanti fossili.

Obiettivo tenere insieme economia e sostenibilità

L’obiettivo, soprattutto dal punto di vista delle imprese, deve essere quello di tenere insieme economia e sostenibilità. Alcune volte, infatti, l’accento va troppo su sostenibilità, dimenticando che l’economia deve poter crescere, originare posti di lavoro e generare utili. Altre volte invece si pensa solo all’aspetto economico, dimenticando che la sostenibilità è una variabile economico-finanziaria e non è più solo una variabile etica o ancora peggio di puro marketing.
Il mondo delle imprese dovrebbe porre maggiore attenzione a coniugare questo imperativo sociale e ambientale con la necessità di creare valore al proprio interno.

Verso nuovi modelli di Reporting e Governance

Tale contesto richiede anche un’evoluzione dell’informativa finanziaria, che deve soddisfare obiettivi più ampi rispetto al tradizionale bilancio economico-finanziario.
Il legislatore comunitario, con direttiva 2014/95/UE, ha stabilito nuovi standard minimi di reporting in materia ambientale e sociale, in relazione alla gestione del personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta alla corruzione attiva e passiva. Tale Direttiva, recepita in Italia con il D. Lgs. 254/2016, costituisce un obbligo solo per imprese di grandi dimensioni, che costituiscono enti di interesse pubblico, con un numero di dipendenti superiore a 500.
Tutte le imprese, tuttavia, anche se non obbligate, hanno interesse a introdurre e rafforzare comportamenti virtuosi e aumentare la trasparenza nella comunicazione di informazioni di carattere non finanziario.
La cosiddetta Dichiarazione Non-Finanziaria, in buona sostanza, corrisponde al Report di Sostenibilità o ancor più al Report Integrato.

Tali modelli consentono di rispondere alle nuove sollecitazioni ed impattano, a vario titolo, sulla stessa organizzazione delle imprese:

  • Gestione dei rischi e opportunità, legata agli obiettivi strategici più in senso lato;
  • Procedure di governance, che tengano conto anche di aspetti di natura non-finanziaria;
  • Controllo di gestione, chiamato a elaborare nuovi indicatori di performance;
  • I CFO, come abilitatori delle nuove forme di reporting e, sempre più, Chief Value Officer.

Il Report Integrato

Per Integrated Reporting si intende un nuovo approccio alla rendicontazione aziendale che dimostra il legame tra la strategia, le performance finanziarie e il contesto sociale, ambientale ed economico all’interno del quale opera l’organizzazione.
Nel rafforzare questi legami, il Reporting Integrato può aiutare gli operatori economici a prendere decisioni più sostenibili e consente agli investitori e agli altri stakeholder a comprendere in modo completo le reali performance dell’organizzazione.
Tale articolato processo, che coinvolge tutta l’azienda, ha come esplicitazione finale il Report Integrato.

“Lo scopo principale di un report integrato consiste nel dimostrare ai fornitori di capitale finanziario come un’organizzazione è in grado di creare valore nel tempo. Un report integrato offre vantaggi a tutti gli stakeholder interessati alla capacità di un’organizzazione di creare valore nel tempo, tra cui i dipendenti, i clienti, i fornitori, i partner commerciali, le comunità locali, i legislatori, gli organismi di regolamentazione e i responsabili delle decisioni politiche.
… Il report integrato, inoltre, mira a illustrare le modalità con cui un’organizzazione interagisce con l’ambiente esterno e quali sono i capitali impiegati per creare valore nel breve, medio e lungo termine.
I capitali sono stock di valore che vengono incrementati, ridotti o trasformati dall’attività e dagli output dell’organizzazione. La capacità di un’organizzazione di creare valore per se stessa consente ai fornitori di capitale finanziario di realizzare un ritorno economico. Tale capacità è associata al valore creato dall’organizzazione per gli stakeholder e per la società in senso lato attraverso un’ampia gamma di attività, interazioni e relazioni. Quando queste ultime influiscono significativamente sulla capacità di creare valore per l’organizzazione stessa, esse vengono incluse nel report integrato.”
(*cit. THE INTERNATIONAL IR FRAMEWORK – I.I.R.C.)

Il ruolo del Controller

Il Controller assume un ruolo centrale con riferimento alla progettazione e implementazione del Report Integrato, nella mappatura del business model aziendale, nell’identificazione degli item da collocare nei capitali del Report Integrato e dei relativi indicatori, anche di natura non monetaria.
La funzione del Controller quindi si arricchisce di competenze legate anche alle informazioni non-finanziarie.

Il Chief Financial Officer (CFO) interpreta il ruolo di Chief Value Officer (CVO)

Il CFO viene chiamato ad integrare le proprie competenze con quelle del CSR Manager, del Sustainability Manager, dell’Innovation manager, per guidare la propria impresa verso il compimento nel processo di Reporting Integrato, cioè nel concepire, organizzare e produrre il documento che rappresenta la creazione del valore dell’impresa nel medio lungo periodo.

Autore: Marco Pasquotti, Group CFO, DELLAS Spa e Presidente ANDAF Nordest