Il caso Gibus è stato oggetto di un interessante confronto e dibattito in un recente incontro svolto nella sede dell’azienda, riservato alle imprese del Club Member CUOA, con il coinvolgimento della famiglia proprietaria (il Presidente e Amministratore Delegato Gianfranco Bellin, il Consigliere Delegato Alessio Bellin) e il CFO (Federico Bolcato).
Gibus è un’azienda padovana, leader nel segmento dell’outdoor design di alta gamma con la produzione di tende da sole, pergole e sistemi per la copertura di esterni. È un’azienda che ha da sempre puntato sul Made in Italy e sull’innovazione con attualmente 45 brevetti e 26 modelli di design.
La storia di Gibus è quella di un’azienda familiare che ha chiuso il 2018 con un fatturato di 34 milioni di euro (di cui poco più del 30% proviene dai mercati esteri), un EBTDA di 4,6 milioni e che ha vissuto negli ultimi anni processi di forte trasformazione con l’ingresso nel 2016 di un fondo di Private Equity (con quota di minoranza), il successivo riacquisto della quota nel 2018 da parte della famiglia proprietaria e la recentissima quotazione al segmento AIM di Borsa Italiana nel mese di giugno 2019.
Il trend 2019 risulta estremamente positivo con i ricavi del primo semestre pari a 22 milioni ed in forte crescita rispetto al 2018 (+ 19%), trainati soprattutto dal segmento lusso high-end.
Dall’incontro in Gibus e dalle considerazioni emerse possiamo trarre in sintesi alcune “lezioni” di grande interesse per il sistema delle PMI, che possiamo così riassumere:
Cosa significa avere una visione strategica
- Gibus costituisce un esempio concreto di cosa significa avere una visione strategica, una precisa rotta a breve e medio termine che può implicare anche scelte forti e di rottura in funzione del disegno strategico sviluppato e del raggiungimento degli obiettivi definiti. L’apertura del capitale a un fondo di Private Equity ne è una testimonianza significativa in termini di ridefinizione della governance societaria e di confronto diretto e continuo con un soggetto forte in grado di apportare non solo risorse finanziarie ma anche un supporto rilevante alla pianificazione strategica e nelle scelte di business dell’impresa immettendo l’azienda in una prospettiva di respiro e cultura internazionale.
Favorire la crescita manageriale
- Il processo di sviluppo e di affermazione di Gibus è legato in modo biunivoco a un parallelo percorso di crescita manageriale.
L’azienda ha avuto la lungimiranza e la consapevolezza di dover investire sia nella crescita della cultura organizzativa e di governance, sia nella crescita professionale e manageriale delle figure chiave, anche con l’inserimento di nuove risorse con profili di alto standing.
Senza un processo trasversale e diffuso di crescita manageriale, difficilmente Gibus avrebbe potuto realizzare il cammino di questi ultimi anni. Indubbiamente, il private equity ha giocato un ruolo fondamentale a livello di stimolo e impulso alla crescita manageriale e organizzativa dell’azienda e allo sviluppo di una cultura finanziaria diffusa. L’ingresso del Fondo ha fortemente stimolato l’implementazione di un sistema efficace ed evoluto di controllo di gestione con adeguati sistemi di reporting e cruscotti di KPI. Più in generale, il Private Equity ha favorito progressivamente lo sviluppo di una cultura finanziaria e del controllo di gestione a livello trasversale condividendo concetti, linguaggi, modelli in linea con la prassi degli investitori e dei mercati internazionali.
La finanza a supporto delle scelte strategiche d’impresa
- L’esperienza di Gibus rappresenta un caso virtuoso di utilizzo della leva della finanza a supporto delle scelte strategiche d’impresa. Strumenti come il Private Equity o la Borsa devono essere considerati e valutati non solo come mero reperimento di capitali, ma anche (e soprattutto) come operazioni in grado di imprimere un salto di qualità nella gestione manageriale e nelle prospettive dell’impresa aprendo nuovi orizzonti e generando una grande visibilità e immagine a livello nazionale e internazionale. Se un’azienda dovesse valutare l’opzione del Private Equity e della Borsa solo per raccogliere capitali, probabilmente tali strumenti non rappresenterebbero l’opzione preferibile vista l’attuale possibilità di accedere al credito bancario a condizioni estremamente competitive (chiaramente in caso di un buon giudizio di merito creditizio). Se, al contrario, la necessità di reperimento di capitali è abbinata ad una precisa volontà di attivare un percorso di sviluppo a più livelli (dimensionale, manageriale, reputazionale), la scelta di aprirsi ad un fondo o quotarsi in Borsa ha una logica e un chiaro significato.
In Gibus il ruolo della finanza ha avuto ed ha questa chiave di lettura con un percorso graduale e coerente che permette oggi all’azienda di poter gestire operazioni finanziarie complesse sempre legate al disegno strategico in atto.
La quotazione in borsa è punto di partenza per nuovi obiettivi
- La quotazione in Borsa rappresenta un punto d’arrivo? È certamente un punto di arrivo di un precedente processo di preparazione e di valutazioni di business ma è soprattutto un punto di partenza per nuove sfide e nuovi obiettivi (che il mercato in qualche modo richiede e si aspetta).
Gibus, coerentemente a questa visione, è ben consapevole della necessità di proseguire il proprio percorso di sviluppo che ha visto nella recente IPO una tappa importante e storica.
Le nuove sfide di Gibus riguarderanno presumibilmente un’ulteriore espansione geografica internazionale dei ricavi e la possibile valutazione di operazioni di crescita per linee esterne attraverso acquisizioni aziendali. Si tratta di operazioni tecnicamente complesse e delicate a partire dalla complessità nell’individuazione dell’impresa target oggetto della potenziale acquisizione. È un processo che Gibus potrà evidentemente gestire con padronanza proprio in virtù del percorso di crescita manageriale avviato ormai da diversi anni e della cultura (in primis strategica e finanziaria) ormai radicata.
La quotazione in Borsa è accessibile anche a piccole e medie imprese
- Il caso Gibus dimostra come determinati percorsi di sviluppo come la quotazione in Borsa sono accessibili anche a piccole e medie imprese e non soltanto ad aziende di grande dimensione. Certo, sono operazioni e processi complessi che non possono essere assolutamente gestiti in modo improvvisato e che richiedono necessariamente preparazione, investimenti, tempi e soprattutto adeguate competenze manageriali. Ma anche una PMI, con visione, consapevolezza, pianificazione e competenze, può intraprendere con successo percorsi simili che possono aprire scenari e prospettive forse, diversamente, difficilmente perseguibili.
Autore: Francesco Gatto, Responsabile Finance e Progetti Custom CUOA Business School