100 anni di storia e una storia che si sta rinnovando. Ruota attorno a questi due punti l’approfondimento che Paolo Gubitta, direttore scientifico di CEFab by CUOA, ha dedicato alla Gambarotta Gschwendt, l’azienda guidata da Fabrizio Gambarotta, (alumno MBA Imprenditori 2, 2007/2009), pubblicata su Corriere Imprese Nord Est di novembre 2019.
Dallo stabilimento chimico, all’acciaieria e fino al cementificio, dall’impianto di miscelazione a quello di stoccaggio: sono innumerevoli e molto diversi i settori in cui è essenziale «connettere» le varie fasi di processi di produzione complessi, che hanno la necessità di trasportare, sollevare, estrarre, caricare, scaricare, intercettare e convogliare flussi di materiali solidi per muoverli da un «luogo» a un altro in modo efficace, efficiente e a volte con vincoli stringenti (ad esempio: ambienti sigillati o a tenuta di polvere).
La Gambarotta Gschwendt è l’azienda trentina che si è ritagliata il ruolo di «sartoria» che progetta e realizza sistemi di sollevamento e trasporto per tutte queste applicazioni. Fondata 100 anni fa dal soldato e meccanico piemontese Umberto Gambarotta, oggi l’azienda è nelle mani della terza generazione con Fabrizio Gambarotta, 65enne ingegnere laureato a Stoccarda, cresciuto nell’area tecnica e da anni al vertice. Con un organico di 50 persone (di cui il 25% con laurea in ingegneria), l’azienda realizza 12 milioni di fatturato (erano 10,5 nel 2017), con oltre il 70% all’estero (per oltre la metà fuori Europa: India, Filippine e Cina).
Perché il caso della Gambarotta Gschwendt merita di essere analizzato?
Impresa in ascolto.
L’unicità di ogni singolo prodotto è croce e delizia di tutte le attività «su misura», che corrono il rischio di dover iniziare sempre daccapo e non ottenere mai economie di apprendimento sfruttando le abilità già acquisite. L’azienda trentina ha superato questo problema, ampliando in modo mirato i settori di applicazione, replicando le soluzioni più innovative (protette anche da brevetto) con adattamenti al margine e sviluppando la capacità di apprendere dal confronto con le società di ingegneria o con i clienti utilizzatori per aiutarli a risolvere le loro specifiche e mutevoli esigenze. Si chiama «learning by interacting with others».
Internet delle cose.
I moderni sistemi di sollevamento e trasporto di materiali solidi sono praticamente tutti dotati di sensori per il monitoraggio a distanza. Lo sono anche quelli della Gambarotta Gschwendt, ma in questo caso è interessante l’uso che viene fatto delle informazioni trasferite alla sede trentina dagli impianti sparsi per il mondo. Oltre che per la (ormai diffusa) manutenzione preventiva, infatti, i dati sono impiegati per modulare le offerte commerciali e gestire dinamicamente i servizi post vendita anche in funzione dell’uso appropriato (o meno) degli impianti da parte dei clienti (un po’ come le «scatole nere» con rilevatore GPS nelle automobili). Si chiama «big data analytics».
Orari alla tedesca
La struttura dell’orario di lavoro prevede nove ore per quattro giorni con il venerdì pomeriggio libero. La sua adozione in Gambarotta Gschwendt è facilitata dal fatto di lavorare su commessa, ma non è questo il punto chiave. Per affrontare la concorrenza dell’Alto Adige e delle vicine Germania e Austria sul segmento del mercato del lavoro di chi ha la laurea in ingegneria non si può agire solo sulla retribuzione, ma anche sulle componenti non monetarie come il bilanciamento tra vita lavorativa e personale. Si chiama «strategia deliberata di gestione strategica delle risorse umane».
«I have only 7 more minutes for you!».
Un paio di anni fa alla prima missione in Cina, dopo i convenevoli di rito, Fabrizio Gambarotta si è sentito dire queste parole dal buyer di un potenziale (e importante) cliente. In quel lasso di tempo, l’ingegnere trentino non ha illustrato prestazioni e qualità dei suoi impianti. Si è invece cimentato nella spiegazione dei miglioramenti possibili grazie ai risultati di alcuni recenti studi tratti dalla letteratura scientifica internazionale. Alla fine, il buyer si è convinto e ne è nata una commessa significativa. Non si finisce mai di imparare, neanche a 65 anni. Si chiama «life-long e life-wide learning».
Imprese al CUOA, 19 novembre 2019
Autore: Paolo Gubitta, Direttore scientifico di CEFab by CUOA.
Leggi anche l’articolo su Corriere Imprese Nord Est dello scorso 11 novembre 2019 >>