Alcuni mesi fa, ospite di questo spazio d’approfondimento, ho cercato di descrivere il valore di una strategia di Heritage Marketing a beneficio di un’azienda privata e, nello specifico, il ruolo degli archivi e dei musei d’impresa italiani in qualità di strumenti strategici. Riferendosi a questi soggetti va considerato che, nel corso di questi anni, si è conclamato anche un altro interessante approccio a questo tipo di strutture che non riguarda solo un’interpretazione funzionale al servizio di un solo brand. Infatti, sempre di più, archivi e musei d’impresa sono considerati come parte dell’identità territoriale, prospettiva peraltro già mostrata da tempo anche da alcuni musei istituzionali come, ad esempio, il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. La cultura industriale è, infatti, una componente fondamentale nell’interpretazione sociale e culturale del nostro Paese, di conseguenza oggi è spesso al centro di dibattiti istituzionali che considerano gli archivi e i musei aziendali come custodi di una memoria territoriale condivisa. Un valore, dunque, ampio e legato ai temi della tecnologia, del lavoro, ai progetti di marketing territoriale, del turismo industriale, dell’architettura d’impresa, del brandscape e di tante altre prospettive che possono risultare leve di sviluppo non solo per le aziende private.
In questo senso, spesso esiste un rapporto virtuoso e reciproco fra la singola azienda e il suo territorio d’appartenenza in termini di valorizzazione della cultura industriale, oltre che naturalmente, da un punto di vista occupazionale, economico ecc.
Innanzitutto, le grandi aziende e distretti industriali nascono spesso da una cultura “del fare” sedimentata in una determinata area geografica nel corso di centinaia d’anni in cui si sono succedute lavorazioni artigianali, intuizioni e invenzioni produttive, passioni e conoscenze. Questa cultura può diventare, allora, un terreno fertile per un imprenditore che, accompagnato da spirito d’iniziativa e capacità, dà vita ad un’azienda. Il distretto del design milanese, quello dei motori in Emilia-Romagna o della calzatura in Veneto non sono il frutto di coincidenze ma di una cultura condivisa che poi si è fatta azienda, luogo produttivo, cultura industriale.
Dall’altra parte, le stesse aziende apportano al loro territorio d’appartenenza diversi aspetti virtuosi non solo attraverso la produzione di beni e servizi e l’assunzione di lavoratori, ma anche grazie alla creazione di una cultura imprenditoriale e del lavoro che poi, frequentemente, permette la fioritura di un tessuto produttivo d’area. Inoltre, attraverso la creazione di musei e archivi, l’impresa da vita a vere e proprie istituzioni culturali che diventano, per una regione o un comune, un valore identitario e di testimonianza.
Infine, un altro fenomeno interessante che emerge dal binomio “impresa-territorio” e che merita considerazione soprattutto in una prospettiva futura, è la crescita del turismo industriale in alcune aree italiane. Un fenomeno ancora aurorale ma che, nel paese del “made in Italy”, ha certamente grandi prospettive di crescita.
Autore: Marco Montemaggi, Heritage Marketing Manager
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