Creare alleanze e reti di imprese è un processo spesso costoso, caratterizzato da importanti effetti di apprendimento, ma è una strada quasi obbligata per processi di crescita discontinui e sostenibili. Cosa serve ad alleanze e reti per essere efficaci?
Vantaggio competitivo
L’ottenimento di un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti è frutto della capacità dell’impresa di identificare una posizione di equilibrio tra le caratteristiche del contesto competitivo e il suo modello di business (cosiddetto strategic fit). Mantenere nel tempo questa posizione dipende dalla capacità di innovare e adeguare la propria dotazione di risorse e competenze e dalla possibilità di sfruttare meccanismi di isolamento che la rendono difendibile dall’imitazione dei concorrenti.
Se nel secolo scorso tutto questo dipendeva dalla capacità della singola impresa, nel corso degli anni Novanta e, più in particolare, a partire da questo secolo, è emerso in modo chiaro che il risultato di cui sopra non dipende solo dalla singola impresa ma, in modo crescente, dall’ecosistema in cui è inserita e dalle relazioni che l’impresa sa attivare al suo interno.
Ha preso corpo l’idea – suffragata da evidenze empiriche incontrovertibili – che il vantaggio competitivo può essere ottenuto (e mantenuto) in logica relazionale. Dove cioè il sistema di offerta dell’impresa dipende non tanto dal possesso quanto dall’accesso, ovvero dalle risorse che l’impresa può sfruttare dall’esterno e dalle combinazioni che può creare con le risorse in suo possesso. Si diceva che, grazie alle relazioni, il vantaggio può anche essere conservato.
Le relazioni, infatti, creano uno dei meccanismi di isolamento più efficaci, ovvero l’ambiguità causale che rende incerte, dall’esterno, le ragioni del successo dell’impresa perché ancorate a un sistema di legami non (perfettamente) riproducibile.
Vantaggio relazionale
Il vantaggio relazionale prende forma attraverso alleanze con altre imprese o nell’ambito di reti di imprese. Alleanze e reti offrono vantaggi sia in modo diretto sia in modo indiretto (grazie alle relazioni che il partner intrattiene a sua volta con altri soggetti). Tali vantaggi si sostanziano nell’accesso a risorse e competenze complementari a quelle dell’impresa, a informazioni privilegiate e a forme di controllo sull’operato di altre imprese.
Tuttavia, è bene sottolineare che la creazione di alleanze o reti di imprese efficaci non è immediata. Non si tratta solamente di identificare il partner giusto ma di definire i compiti delle parti, gli investimenti reciproci, i meccanismi di governance della relazione e quelli di controllo dei risultati.
La relazione, inoltre, dovrà essere fondata su un orientamento cooperativo di medio-lungo periodo e sulla fiducia tra i soggetti coinvolti. Se questo non fosse sufficiente a mettere in evidenza i rischi del vantaggio collaborativo, va tenuto presente che alleanze e reti sono caratterizzate da un ciclo di vita. Ovvero possono variare nel tempo e non solo perché si ottiene l’obiettivo per cui sono state create ma perché possono cambiare gli orientamenti strategici delle singole imprese aderenti.
Creare alleanze e reti efficaci è un processo spesso costoso, caratterizzato da importanti effetti di apprendimento, ma è una strada (quasi) obbligata per processi di crescita discontinui e sostenibili.
Di questi temi discuterà Diego Campagnolo, Direttore scientifico MBA Imprenditori CUOA, con Thomas Ambrosi, Co-fondatore di ONO Exponential Farming e Alumnus MBA Imprenditori 9, il 22 febbraio 2020, dalle ore 10 alle ore 13 nell’ambito della Open Lesson di MBA Imprenditori “Creare alleanze e reti efficaci: il caso ONO Exponential Farming”.
Autore: Diego Campagnolo, Professore associato di Organizzazione Aziendale e Strategia Università di PadovaDirettore Scientifico MBA Imprenditori, CUOA Business School
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MBA Imprenditori
15ª edizione, 6 novembre 2020 – 24 giugno 2022