Che valore possiamo cogliere dall’azione congiunta di coaching e applicazione della metodologia lean?
Ce lo spiega molto bene Isabella Iarossi, Alumna Master in Lean Management 13ª edizione che ha elaborato una tesi, finalizzata al conseguimento del titolo di Coach professionista, dal titolo “Mobilità nel coaching e miglioramento continuo in lean thinking: un parallelismo possibile”, in cui ci si focalizza sul Ciclo di Deming (Scan, Plan, Do Check, Act).
“Il ciclo di Deming è alla base del miglioramento continuo e costituisce il punto di partenza nella costruzione del problem-solving, non solo in azienda, anche nella vita quotidiana.
Nella fase di SCAN ci si chiede: la situazione corrente è chiara e sufficientemente documentata? Possiamo renderla ancora più chiara per le persone? I dati sono sufficientemente epurati da opinioni, visioni diverse?
Lo SCAN ricorda la fase di Esplorazione nel coaching, dove il Coachee è accompagnato nel passaggio da una situazione di potenziale inespresso a potenziale espresso (futuro desiderato), trasformandolo in risorsa consapevolizzata, rispetto alla quale decidere come comportarsi, cosa farne.
PLAN è la definizione della strategia, si tratta di deselezionare le idee che portano meno valore al cliente e di pianificare tutti gli interventi di dettaglio congruenti con la strategia.
Nella fase di Esecuzione del processo di coaching, il risultato della sessione è un, anche piccolo, piano di azione autodeterminato, favorendone la mobilità esterna.
DO significa attuare la strategia, cioè quanto pianificato diventa azione, individuando nei problemi un’occasione di apprendimento. Nella fase di Esecuzione, è il momento in cui il Coachee ha la possibilità di allenare il potenziale emerso e consapevolizzato.
CHECK: è la fase in cui vengono poste le seguenti domande: il problema si sta risolvendo? Stiamo andando nella giusta direzione? Quello che stiamo facendo sta consolidando il nuovo processo? Sono necessarie nuove azioni di recupero? Nel coaching, sono previsti momenti di check per verificare quanto è accaduto tra una sessione e l’altra e per verificare le eventuali distanze dal Piano di Azione, inizialmente stabilito.
ACT in ambito Lean significa KAIZEN, miglioramento continuo, ricerca della perfezione, è un’esperienza di life-changing, non è obbligatorio, è un’opportunità. Significa standardizzare il metodo appreso e applicarlo a nuovi processi.
La natura umana ci porta a ricercare la certezza. Tre cose sono certe: dove siamo, dove vogliamo arrivare, con quale metodo attraversare il territorio ignoto.
Il PDCA fornisce dunque un metodo per navigare la zona di incertezza, perché è da lì che vengono le soluzioni più innovative e sfidanti. Allora sperimentiamo, man mano che procediamo scopriamo cose e apprendiamo, la soluzione non può essere a priori, raggiungere sfide significa addentrarsi nella incertezza. Il metodo ci aiuta a lavorare nell’incertezza, facendoci progredire nel miglioramento continuo e rendendo il metodo abitudine.
Come il Lean manager, il Coach si focalizza sui processi, sui metodi, non sui risultati; tende ad avere un orizzonte di lungo termine, è interessato a sapere come si affronta un problema e la rimozione del problema è solo strumentale all’acquisizione di conoscenza”.
Autore: Isabella Iarossi, Alumna Master in Lean Management 13ª ed. e Coach professionista.
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16ª edizione, 18 giugno 2020 – 19 giugno 2021