Dopo la fase dell’emergenza si è aperta “ufficialmente” la fase del cosiddetto new normal, quella nuova normalità cui ci dobbiamo abituare, ma i cui contorni sono ancora in buona parte sfumati.
Le imprese, nella fase di emergenza, sono state costrette a fare i conti con una situazione che non era prevista e non era nemmeno prevedibile ragionando sul mercato disponibile (poco e nullo per molti), su come ridimensionare costi e investimenti per far quadrare il rendiconto finanziario, e su come gestire le relazioni con gli stakeholder (clienti, fornitori e collaboratori in primis) per traghettare l’impresa verso la fase 2.
Ora che questa fase è arrivata (al di là dell’ufficialità governativa, il miglioramento progressivo dei ricoveri legati al contagio consentono un moderato ottimismo), per le imprese si tratta di mettere in atto un piano di rilancio che va a toccare verosimilmente più di qualche building block del proprio modello di business.
Come è cambiato il target di riferimento?
Come adattare la proposta di valore? Come gestire le relazioni? Attraverso quali canali?
Quali sono attività e risorse chiave?
Quali sono i partner strategici del nuovo modello di business?
La risposta a queste domande non è scontata. Su alcuni aspetti vi sono delle certezze: è certo che continueremo, almeno per un po’, a convivere con il distanziamento fisico sia nel contesto lavorativo che negli altri che frequentiamo come clienti o utenti e che, di conseguenza, si rendono necessari cambiamenti nell’organizzazione di molti processi operativi.
È certo che alcune risorse chiave del new normal (anche se è difficile sostenere che non lo fossero già prima) sono fiducia e reputazione nell’ambito delle relazioni con clienti, fornitori e collaboratori.
Andare oltre, ovvero fare previsioni sul contesto economico che ci attende è difficile perché non è chiaro quali e quanti dei cambiamenti a cui ci siamo adattati in questo periodo siano entrati stabilmente nelle preferenze dei clienti.
Con le dovute proporzioni, guardare a cosa accade in chi ci precede (sotto il profilo temporale) nell’attraversamento di questa fase, ovvero la Cina, può offrire qualche spunto di riflessione sia sotto il profilo del mercato domestico sia sotto il profilo delle scelte di internazionalizzazione.
È ragionevole attendersi una fase di crescita a doppia cifra dei consumi come pare stia avvenendo in Cina per alcuni settori?
Quale spazio ha guadagnato l’e-commerce e come potrà evolvere?
Come sono cambiate le preferenze di acquisto del consumatore cinese?
Quale sarà il nuovo ruolo della Cina all’interno delle filiere produttive globali?
Discuteremo di questi temi in un ciclo di webinar con Filippo Fasulo, Direttore del Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina il 7, 14 e 21 maggio
Ciclo di webinar – La Cina post Covid: Scenari e prospettive per affrontare la ripresa economica >>
Autore: Diego Campagnolo, Direttore scientifico di MBA Imprenditori e Professore Associato di Organizzazione Aziendale all’Università di Padova
5 maggio 2020