Intervista a Enrico Barcella, Group Chief Financial Officer & Group Chief Information Technology in OMB Valves S.p.A, Diplomato Jobleader CUOA “Il CFO”.
Quanto incidono le cosìdette soft skills nell’interpretazione del ruolo del CFO? Come le soft skills possono supportare il CFO nella gestione di diverse situazioni e fattispecie operative complesse nelle quali svolge un ruolo centrale in azienda?
Come maturare la consapevolezza che il CFO è un ruolo non solo fortemente tecnico, ma anche con un forte focus relazionale?
Per riflettere su questi interrogativi e capire quali possono essere quella capacità, non solo tecniche, che favoriscono la credibilità e l’affermazione del ruolo del CFO, ne abbiamo discusso con Enrico Barcella, Group Chief Financial Officer & Group Chief Information Technology in OMB Valves S.p.A ed allievo della 14^ edizione del Percorso Job Leader CUOA “Il CFO: strumenti, competenze, rischi” (2019 – 2020).
Con un fatturato di circa 130 milioni di euro e oltre 300 dipendenti, OMB Valves S.p.A., con sede a Cenate Sotto (in provincia di Bergamo), è un produttore riconosciuto a livello mondiale di valvole in acciaio forgiato per i settori Oil&Gas, Power, costruzioni navali e aerospaziali, con stabilimenti in Europa, Nord America, Asia e Medio Oriente.
1 – Cosa significa interpretare il ruolo di CFO in azienda e quanto incidono le cosidette Soft Skills nell’affermazione del ruolo e nell’acquisire credibilità interna?
Essere il CFO di un’azienda, o di un gruppo come nel mio caso, significa gestire nel miglior modo possibile tutti i flussi finanziari e partecipare al corretto funzionamento anche di tutti gli altri flussi aziendali.
Gestire i flussi finanziari significa pianificarli, con vari orizzonti temporali, in base alle necessità aziendali a tutti i livelli.
Significa avere dei collaboratori diretti validi e affidabili, avere buone relazioni di collaborazione con i colleghi delle altre funzioni e un’ottima relazione con il Consiglio di Amministrazione e la Direzione Generale.
La credibilità e l’affidabilità si costruiscono con il continuo costante lavoro giornaliero. Proprio per questa ragione, le Soft Skills sono importanti per relazionarsi ai vari livelli. Bisogna saper comunicare in modo efficace, collaborare in modo attivo quando si lavora in gruppo, saper gestire lo stress che in alcuni momenti della giornata o del mese può arrivare a livelli elevati e, a volte, andare anche oltre rispetto alle nostre personali zone di comfort.
2 – Quali possono esser alcune situazioni tipiche aziendali che coinvolgono in prima persona il CFO e in cui è fondamentale la consapevolezza e il possesso di determinate Soft Skills per essere efficaci e sentirsi ascoltati e riconosciuti? Come il CFO legge ed interpreta e quali scelte e comportamenti può attivare per gestire determinate fattispecie operative?
Il rapporto tra CFO e la proprietà e l’amministratore delegato
Il momento tipico di confronto tra CFO e Proprietà e Amministratore Delegato, sono le riunioni del Consiglio di Amministrazione.
Ci devono però essere dei momenti di contatto, anche brevi, per rapidi aggiornamenti rispetto ai punti più importanti che si stanno seguendo su loro mandato; è preferibile programmare tali confronti al mattino presto o alla sera quando si è un po’ più tranquilli e non si deve correre a una riunione o ad un webinar.
Bisogna, in primis, ascoltare! Può sembrare banale, purtroppo spesso le persone “sentono” ma non “ascoltano”.
Bisogna poi essere: pro-attivi alle richieste, rapidi, costruttivi e franchi. Anche nelle situazioni più complesse e tese, bisogna trovare il modo corretto per esporre le proprie idee, anche se discordanti, sempre però giustificandole con numeri e fatti concreti.
Il rapporto tra CFO e responsabili delle diverse funzioni aziendale
Il rapporto con i responsabili delle diverse funzioni aziendali deve avvenire frequentemente e non solo nel momento del bisogno. Il CFO non deve stare chiuso nel proprio ufficio aspettando che qualcuno arrivi da lui con una richiesta o un problema.
Bisogna, sempre ascoltare e farsi spiegare bene le necessità, poi cercare, insieme, di valutare pro e contro di varie soluzioni e prendersi la responsabilità delle proprie scelte per il proprio ambito. Bisogna sempre essere collaborativi e costruttivi. Non si potrà mai andare d’amore e d’accordo con ogni collega ma fa parte del ruolo del CFO il sapersi comportare in modo professionale e trasparente con tutti.
In alcuni casi, è compito del CFO, spiegare alcuni meccanismi finanziari o di flussi aziendali, per rendere più chiare le ragioni di alcune scelte. Nessuno ha la conoscenza a 360° di tutto, anzi bisogna sempre tenersi aggiornati e approfondire ove necessario.
Il rapporto tra CFO e stakeholders esterni (banche, commercialisti, ecc …)
I rapporti con enti “esterni” all’organizzazione come Istituti Bancari, Società di Revisione, Collegio Sindacale, Organo di Vigilanza, Commercialisti, Consulenti, Avvocati, ecc. non vanno tenuti solo in specifici momenti dell’anno o quando “necessario”, ma vanno tenuti costantemente. Può bastare una semplice telefonata, una conference, una email. È fondamentale che l’interlocuzione sia continua. La trasparenza verso l’”esterno” è importante anche per le piccole e medie realtà. Bisogna saper spiegare come va l’azienda, come va il mercato, quali sono gli obiettivi, cosa è successo o sta succedendo di importante. Non basta una conoscenza solo finanziaria, serve sempre più spesso una conoscenza anche di ciò che avviene negli altri dipartimenti, che, come dicevo pocanzi, si ha solo collaborando e parlando con gli altri. Tramite queste interlocuzioni si può capire cosa succede fuori dalla propria azienda, nel mercato o nel settore specifico della persona con cui ci si confronta.
Il rapporto tra CFO e il proprio Team
È fondamentale creare un Team coeso che lavori serenamente. Il CFO deve creare l’ambiente migliore dove “vivere” parecchie ore della giornata. Ognuno ha il proprio carattere e creare il giusto equilibrio è difficile.
Giocano quindi un ruolo fondamentale le varie Soft Skills del CFO che deve:
- essere l’allenatore del suo team e “fare gruppo”
- “interpretare” gli atteggiamenti dei propri collaboratori e capire se tutto funziona nel modo corretto o se ci sono collaboratori scontenti di quello che fanno o di come lo fanno, se è solo una cosa temporanea o se dura da diversi giorni
- ascoltare quello che succede in ufficio ed esserne informato
- trovare sempre il tempo per i propri collaboratori
- delegare, a volte, anche attività che vorrebbe ancora svolgere in prima persona ma che non rientrano più nel suo ruolo operativo
- controllare l’operato dei collaboratori e, in caso di errori, interfacciarsi con loro nel modo più corretto, a seconda della gravità e della tipologia, utilizzando l’intensità del tono migliore, sempre però in modo costruttivo
- saper svolgere il lavoro dei propri collaboratori o almeno conoscerne bene i passaggi, per poter trovare soluzioni diverse, più performanti e che abbiano l’impatto corretto all’interno dei flussi aziendali
- incentivare non solo dal punto di vista economico, ma anche psicologico; l’affermazione “hai fatto un bel lavoro!” appaga sempre la nostra parte emotiva.
Il CFO non deve mai “chiudersi” in ufficio e pensare che l’ufficio “va avanti da solo”.
3 – In conclusione, nel bagaglio professionale e manageriale del CFO “evoluto”, quale può essere indicativamente il peso percentuale delle Soft Skills?
Il CFO “evoluto” dovrà sempre di più utilizzare le proprie attitudini e se 15 anni fa le Soft Skills pesavano per un 10-15%, oggi pesano per un 40-50%. Nel giro di 4-5 anni, peseranno ancora di più.
Quando ho visto nel programma del Percorso Executive del CFO diverse giornate formative focalizzate sulle Soft Skills ero molto curioso, in quanto sentivo la necessità di accrescere le mie conoscenze non solo dal lato “specifico” del mio ruolo (Hard Skills), ma dal lato di quell’area “intangibile” che permette di far funzionare tutto al meglio.
Consiglio a tutti di tenere sempre la mente aperta, e “CUlture Open Action”, mai pensare di sapere tutto!