La complessità è di casa nelle imprese familiari, in cui ogni situazione reca in sé significati e impatti molteplici, nei contesti dell’impresa e della famiglia. Barbara Chiavarino, Faculty Member Area Imprenditorialità CUOA, analizza le fasi del processo decisionale e come metterle in atto con efficacia nelle imprese familiari.
Viviamo in tempi di complessità, incertezza, volatilità e ambiguità.
È una situazione con la quale le imprese familiari si trovano, per loro stessa natura, ad avere a che fare da sempre.
I contesti complessi si riconoscono, infatti, non solo per la molteplicità dei fattori, ma anche e soprattutto per la difficoltà di attribuirvi un significato univoco.
Nelle imprese familiari ogni decisione ha almeno un duplice contesto di riferimento: quello dell’impresa e quello della famiglia. Saper guardare a questi contesti in modo efficace, significa sia essere consapevoli delle proprie percezioni soggettive, sia saper svelare e portare al confronto con consapevolezza i significati – plurali, diversi – che quella decisione assumerà nei contesti, separando famiglia e impresa. Per farlo, sono utili approcci e strumenti.
Il processo decisionale, in generale, consta di alcuni passaggi chiave:
- Identificazione della situazione, che richiede una decisione, ovvero il problema alla sorgente. In altri termini, saper rilevare e riconoscere che c’è un problema; identificarne la natura; definirlo.
- Strutturazione e scomposizione del problema, individuando gli aspetti e i contesti su cui impatta, le relazioni che pone in discussione.
- Ricerca delle possibili soluzioni e generazione di una gamma di possibili linee di azione.
- Decisione, con una attenta analisi delle diverse possibili linee di azione e, solo dopo, la selezione della migliore soluzione nel contesto dato.
- Attuazione e conseguente accettazione della linea di condotta scelta.
- Monitoraggio o ricerca di feedback, con il riesame dei risultati della risoluzione dei problemi per un periodo di tempo, inclusa la ricerca di feedback sul successo (o meno) dei risultati della soluzione scelta.
Nelle imprese familiari, questi sei passaggi sono per propria natura complessi: ogni situazione mette in gioco elementi e linguaggi propri della famiglia e dell’impresa, per non parlare delle relazioni, professionali e familiari.
Le posizioni percettive guidano ad assumere, in sequenza, il punto di vista:
- del soggetto, Io
- delle altre persone direttamente coinvolte nella situazione
- dell’azienda e della famiglia, in momenti separati
- del gruppo nel suo insieme, come gruppo di colleghi e/o come gruppo di familiari, in momenti separati.
Si prende consapevolezza di come ciascuno vive, sta in ogni posizione, ovvero se è capace di:
- Associazione (consapevolezza piena di pensieri, emozioni, contesto…)
- Dis-associazione (sono presente, ma… non capisco, non sono empatica/o, agisco e rispondo in modo reattivo…)
- Stallo (sono bloccato/a, centrato/a, immedesimato/a in quella posizione percettiva).
Questo di per sé innesta un processo di consapevolezza e un ampliamento delle proprie percezioni. Si separano i contesti, familiare ed aziendale, si identificano gli scenari desiderabili per ciascuno, nel bene dell’impresa e della famiglia.
E infine, prendere una decisione, quale che sia, diventa più semplice e molto più efficace.
Laddove la situazione sia particolarmente complessa, o si cerchi una soluzione innovativa, lo strumento dei sei cappelli per pensare aiuta a stare in “associazione” lungo tutto il processo decisionale.
Autrice: Barbara Chiavarino, Faculty Member CUOA Business School
7 aprile 2021