Finanza d'Impresa

Preparare e gestire un processo di M&A: il caso Morato Pane

Come ci insegnano i sacri testi di finanza straordinaria, la crescita di un’azienda può avvenire per linee interne, per linee esterne e, perché no, su entrambe le direttrici.
Morato Pane rappresenta in tal senso un caso da manuale sul panorama nazionale di un’azienda, che ha fatto della crescita per linee esterne un volano strategico per rafforzare e consolidare il proprio posizionamento nel settore di riferimento.


Come si prepara e gestisce un processo di acquisizione?
Chi sono gli attori in campo? E come si affronta il post-merger?

Innanzitutto bisogna tenere sempre bene in mente la strategia che si intende perseguire e allo stesso tempo che la crescita per acquisizioni è uno strumento fondamentale per dare slancio all’attività non solo produttiva e commerciale dell’azienda, ma anche un motore del consolidamento di un settore che molte volte risulta essere frammentato e senza una direzione comune, oltre che un volano per la creazione di valore per l’azienda, gli azionisti e tutti gli stakeholders.

La fase iniziale vede sempre l’analisi preliminare delle aziende del proprio settore che sono potenzialmente contendibili. Se ne verificano le condizioni commerciali, il portafoglio marchi e prodotti, la capacità produttiva, il posizionamento sul mercato. Si verificano inoltre se esistono sovrapposizioni sia produttive che commerciali e sinergie conseguibili dal punto di vista dei ricavi, mix prodotti, combinazione dei fattori produttivi.

Si passa quindi alla presa di contatto direttamente con la proprietà o con l’advisor che segue il venditore nel processo di merger. Trattandosi di operazioni puramente di carattere industriale e non finanziario, si esplicitano il progetto e le strategie di crescita, il programma di investimenti sottostante all’acquisizione e il coinvolgimento attivo del venditore all’interno dell’azienda ceduta e anche eventualmente all’interno del Gruppo nella fase post acquisizione. Il tutto per instaurare un rapporto non di predominanza e di colonizzazione ma di gestione condivisa per una crescita da portare a fattor comune in termini di valore.

La fase negoziale vede fondamentalmente puntare l’attenzione sul prezzo e sul futuro gestionale dell’azienda, oltre che della collocazione e del ruolo della stessa all’interno del Gruppo. Questa fase è molto delicata in quanto va a toccare i due elementi fondanti per un venditore: la massimizzazione del prezzo e la continuità del proprio business.

Superata la negoziazione si passa alla fase di due diligence. Tipicamente ci si muove con le analisi finanziarie, legali, lavoristiche, fiscali, commerciali e industriali. Tale momento è di grande rilevanza per una prima approfondita conoscenza dell’azienda target. Tra l’altro, i report di due diligence e i risultati della stessa saranno molto utili come linee guida per la gestione iniziale della target subito dopo l’acquisizione.

Il mix debito/equity e la leva finanziaria: tale dilemma è un argomento molto sviscerato dalla teoria finanziaria. In effetti la combinazione ottimale della leva finanziaria e la gestione pratica di un LBO è la base per il successo finanziario di un’operazione di acquisizione. Morato Pane nelle operazioni di maggiore dimensione (in Italia e in Spagna) ha fatto della leva finanziaria un volano eccezionale ed equilibrato che ha portato sia a massimizzare sempre più il valore per gli azionisti e allo stesso tempo a lasciare alle aziende target i flussi di cassa necessari alla gestione del business e degli investimenti correnti oltre che ai flussi destinati al servizio del debito.

A proposito del mix debito/equity: oltre ai finanziamenti, una parola di merito va data ai finanziatori, gli azionisti e le banche. Entrambi hanno creduto e credono fortemente in questo processo di crescita e di consolidamento del Gruppo. Gli azionisti tutti con un intervento in un consistente aumento di capitale, le banche con finanziamenti pre-merger e ri-finanziamenti post-merger dedicati al supporto e alla stabilizzazione della struttura finanziaria dell’acquirente (Morato Pane) e delle società target.

Il ruolo dei professionisti: essere assistiti da professionisti di elevato standing professionale ed operativo agevola di gran lunga tutto il processo di M&A a partire dalla fase iniziale e fino post closing. I team di legali, transaction services, fiscalisti ecc., sono i migliori compagni di viaggio nella gestione del processo di M&A. Risulta essere interessante sia il coordinamento delle loro attività che il coinvolgimento diretto anche con la controparte nel corso delle verifiche di due diligence, oltre che della negoziazione dei contratti.

E dopo l’acquisizione, quello che generalmente viene indicato come post-merger?

La sfida dell’M&A nasce proprio in questa fase. Prima dell’acquisizione tutte le analisi portano a ben sperare e tutto sembra che sarà fatto secondo le previsioni del manuale del M&A. Sicuramente non tutto sarà come si prospettava ma il vero lavoro è quello di approfondire con il tempo dovuto l’azienda acquisita, disegnare un percorso sostenibile che la porti ad entrare nelle logiche sistemiche della capogruppo e soprattutto che la integri in modo sinergico e con la capogruppo e con le altre aziende del Gruppo. I pilastri dell’integrazione possono essere sintetizzati in alcune voci: clienti, processi, sistemi, assetto organizzativo e industriale, visione strategica unitaria, definita e condivisa. Questi pilastri possono essere considerati i veri fattori di successo che portano a coronamento la gestione di un processo di M&A.

Morato Pane, nel corso di questi ultimi anni, ha sperimentato e sta sperimentando in modo molto equilibrato e allo stesso tempo sostenibile, tutti gli aspetti che ho delineato in questo articolo. Sono stato volutamente generale e non sono andato nei dettagli del particolare, non ho dato numeri se non qualcuno, sperando di delineare alcuni ragguagli dell’esperienza sicuramente accattivante, quella che sta coinvolgendo tutto il management di Morato Pane, che sta accompagnando la crescita di quella che soli tre anni fa poteva essere definita una PMI e che oggi non lo è più.

La storia di Morato Pane

La storia di Morato Pane inizia nel 1970 quando Luigi Morato apre la prima bottega a Vicenza dove sforna il pane insieme a una manciata di collaboratori.
Ben presto la distribuzione inizia la sua fase evolutiva: da un sistema di consegne porta a porta, in cui lo stesso Morato in sella alla sua bicicletta per farsi conoscere distribuisce i prodotti personalmente nelle case, aii clienti che iniziano a recarsi nella bottega in centro.
Nel 1989 partono le prime produzioni confezionate, mentre prosegue il successo della Bottega in centro e i dipendenti aumentano a 40. 
È il momento per compiere un ulteriore passo avanti e definire l’immagine aziendale.  Nasce la Morato Pane e i primi nomi “ufficiali” dei prodotti più iconici: il pane casereccio viene chiamato “Tenerelle”, la bruschetta “Bruschelle” e “Spuntinelle” è il nome che viene dato al pane da tramezzino. I pani firmati Morato fanno il loro ingresso nella grande distribuzione del Veneto.
Nel 1994, Luigi Morato acquista una struttura, ad Altavilla Vicentina, che in pochissimo tempo diventa la nuova sede dell’azienda. Si inaugura la prima produzione con i “cavalli di battaglia” e, nel giro di un paio d’anni, Altavilla Vicentina diventa la sede ufficiale, dove tutt’ora l’azienda ha il suo head quarter e una parte della sua produzione.
Il percorso di crescita dell’azienda prosegue grazie anche al supporto della famiglia e di una squadra di manager lungimiranti in grado di portare nuove idee e prospettive con cui approcciare il mercato e affrontare i momenti decisivi così come le sfide che si pongono.
La dimensione raggiunta dall’azienda la spinge a migliorarsi ogni giorno e la qualità dei processi riceve importanti riconoscimenti e certificazioni internazionali a garanzia di una produzione di altissimo livello.
Nel 2018 entra nel gruppo Stefano Maza con la carica di Amministratore Delegato, ruolo che tuttora ricopre. È proprio l’ingresso del nuovo manager che, supportato dal management team della società di investimento proprietaria della maggioranza di Morato Pane, apre un’interessante stagione di acquisizioni di aziende del settore che porta la società ad evolvere in vero e proprio Gruppo, ricoprendo un ruolo sempre più rilevante nel mercato dei pani industriali. Tra il 2018 e il 2020 vengono acquisite le società Artigianpiada Srl, Gran Bon Srl, Roberto Industria Alimentare Srl, Modea srl in Italia e Cerealto Antequera SL in Spagna. Il 2021 si concluderà con l’acquisizione di un’altra società in Spagna e una in Italia, cosicché Morato Pane guiderà un Gruppo con un fatturato consolidato di 240 milioni di euro, più di 1.000 dipendenti, una capacità produttiva di oltre 200 mila tonnellate, oltre 10 stabilimenti in Italia e Spagna e oltre 40 linee produttive.


Autore: Marco Cersosimo, CFO Morato Pane