di Maurizio Casalini*
Nel mondo dell’Internet delle cose (Internet of Things, IoT) persino le mucche saranno connesse: e non siamo su Scherzi a parte. Un servizio speciale pubblicato su The Economist ha descritto come verranno monitorate.
Il risultato? Una fornitura di carne più sicura e abbondante per i consumatori. Questo esempio un po’ bizzarro, ci dice che IoT rappresenta l’intersezione tra il mondo fisico e il mondo digitale: pervaderà tutto il sistema manifatturiero, con infinite soluzioni possibili, dalla produzione all’aerospazio, dalla sanità al tessile all’agricoltura. Sensori di ogni genere rilevano dati che vengono utilizzati dalle macchine per dialogare tra loro e fornire agli operatori in tempo reale sintesi preziose per prendere decisioni.
Quindi IoT aggiunge valore alla produzione riqualificandola in ogni sua fase. Gli operatori industriali, pronti a rispondere in maniera strategica agli attuali trend, possono inoltre utilizzare le preziose informazioni di business acquisite grazie all’azienda interconnessa come fonte di innovazione poiché offre loro la possibilità di differenziarsi nello scenario competitivo grazie alla creazione di nuovi modelli di mercato. La sfida principale di questa tendenza risiede nell’individuazione nei dati così acquisiti, informazioni che, benché non appositamente ricercate, possano invece produrre ulteriore ricchezza.
I dati forniti dalle mucche, cioè, oltre a servire a garantire maggiormente i consumatori, possono servire a migliorare i sistemi di allevamento? Possono servire a individuare tipi di alimentazione più idonee? Possono essere utili ai produttori di mangimi?
L’enorme mole di informazioni se analizzata e utilizzata oltre lo scopo per il quale è stata ricercata aiuterà quindi a migliorare i processi produttivi e il prodotto, ad evidenziare spazi liberi di mercato, scoprendo esigenze latenti del target di clientela.
E anche nel caso in cui non si riesca ad individuare ulteriori utilizzi di tali dati, c’è sempre da vagliare la possibilità che interessino a qualcun altro al quale è possibile venderli. Per riuscire in questo intento occorre investire tempo, per osservare con distacco e lucidità il valore intrinseco dei dati in possesso. Ne vedremo delle belle.
* Dottore Commercialista, docente CUOA Business School, Faculty MBA Imprenditori