Intervista a Walter Bertin, Titolare di Labomar S.r.l., Socio CUOA e Allievo Master in Lean Management 11ª edizione.
Perché hai scelto di frequentare il Master in Lean Management?
La scelta di partecipare al Master in Lean Management è maturata dopo essermi confrontato con persone che già avevano partecipato, condividendo con loro le motivazioni della scelta di partecipare e le aspettative, e con altri manager e imprenditori che già avevano introdotto la Lean nelle loro aziende.
Cosa ti ha dato o ti sta dando l’esperienza del Master?
L’esperienza del Master mi sta facendo ritornare sui banchi di scuola, con frequenza obbligatoria e con un gruppo di persone, i miei compagni di corso, con i quali ho costruito un team di lavoro veramente affiatato. Mi tornano alla memoria momenti passati, vissuti però in maniera diversa. Oggi vivere in team è una cosa fantastica, è la condivisione continua di situazioni. Il mio gruppo è costituito da 13 persone completamente diverse fra loro: qualcuno ha esperienza di attività produttiva, qualcuno di processi trasversali e, in un caso, l’esperienza di un’agenzia viaggi online; ci si può quindi immaginare quante e quali possano essere le diversità fra noi e allo stesso tempo il fascino nel comprendere come le persone approcciano una situazione o ne supportano l’approccio in modo molto diverso fra loro o come condividono esperienze a volte dagli altri mai vissute, ma che in questo contesto apportano un significato e una motivazione ulteriore, rendendo ancora più utile la partecipazione al Master.
Che cos’è per te il Lean?
Mi è estremamente facile descrivere cosa significa per me la Lean: semplificazione e condivisione. Sono due concetti che nelle aziende non esistono. Il mio riferimento è la mia azienda, diciamo sempre che condividiamo, ma in effetti non è così. Grazie alla Lean sono riuscito a capire che i processi sono tutti molto complessi, perché lo sono le persone per loro natura e perché la complessità crea alibi e giustificazioni continue. Non si può parlare di Lean senza Lean Thinking, è fondamentale che tutti, l’imprenditore in primis, cambino radicalmente il modo di pensare. Nella mia azienda mi sono accorto che siamo tutti calati nei silos e molti sono silos personali. Dobbiamo abbatterli per poter avere flussi scorrevoli e semplificare le attività. Il cambiamento non è una cosa facile, ma una volta iniziato è da ritenersi fisiologico, perché il cambiamento porta a un miglioramento tangibile.
Quali sono, a tuo parere, gli elementi distintivi del Master?
Il fatto che si tratti di un Master in Lean è di fatto un elemento distintivo. L’approccio a Toyota Production System è senz’altro molto caratterizzante rispetto ad altre attività di lavoro, è un metodo diverso di analizzare i processi, un nuovo modello per apprezzare e sostenere le risorse, per far crescere le persone.
Una delle cose che maggiormente mi hanno colpito durante la prima lezione è stato il fatto che in azienda ci debbano essere dei leader, ma non si può considerarli tali se non sono in grado di essere degli insegnanti, se non riescono a trasferire ai propri collaboratori i concetti, le istruzioni, le modalità. Ciò implica necessariamente che il leader abbia ben chiaro come portare avanti il proprio lavoro, ma è altrettanto importante che ci siano persone in grado di acquisire dal leader le conoscenze e a loro volta le sappiano trasferire ad altri. Diversamente, l’azienda non è destinata a perpetuarsi nel tempo.
Devono esserci contaminazione, collaborazione, condivisione e semplificazione, gli elementi di Lean espressi secondo punti di vista diversi dai vari docenti durante il Master. Concetti che devono essere metabolizzati per diventare un elemento di diversificazione per l’azienda e i propri collaboratori, nonché un elemento di benessere, perché il Master insegna a lavorare bene, in team, rispettando le persone e facendo in modo che le persone, che trascorrono la maggior parte della loro giornata in azienda, la vivano nel miglior modo e con il miglior spirito. E possano godere al meglio il tempo con la loro famiglia quando a fine giornata rientrano a casa.
Credo che proprio questo sia uno degli elementi fondamentali, che forse prescinde seppur parzialmente dal concetto giapponese di marginalità o di redditività dell’azienda, ma che ha un valore maggiore nel momento in cui la stessa redditività viene raggiunta attraverso un’attività svolta con il sorriso.
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