ImpresealCUOA, 11 dicembre 2017
Intervista di Alessia Buzzi*
Gilberto Facco, Alumnus MBA Imprenditori 8 (2013-2015), è l’Amministratore Delegato di Facco Gioielli (Camisano Vicentino – Vicenza) prima azienda orafa ad aprire le porte al pubblico durante Open Factory – il recente opening di turismo industriale e manifatturiero delle Venezie.
Come è stata l’esperienza? Per scoprirlo, l’abbiamo intervistato per voi!
Porte aperte al pubblico in un’azienda orafa, è un evento raro… Cosa vi ha spinti a partecipare ad Open Factory?
È vero, Facco Gioielli è stata la prima ed unica azienda orafa ad aprire le porte a tutti.
Oggi siamo in 30 persone di diverse nazionalità, con una maggioranza di donne anche in posizioni di responsabilità. Mi piace ricordare che tra queste, ben quattro persone hanno seguito un percorso di executive education in CUOA Business School. Il nostro giro d’affari è intorno agli 8 milioni di euro, per metà nel mercato domestico e per l’altra metà all’estero e siamo specializzati nel regalo in oro. Ci siamo sempre definiti un’azienda aperta al confronto, con chiunque voglia dialogare. In passato c’è già stata occasione di realizzare dei piccoli eventi ma con meno evidenza e di minore portata.
Partecipare ad Open Factory School venerdì e ad Open Factory domenica è stata una grande soddisfazione! Ricevere un centinaio di studenti di due istituti superiori e circa 250 tra visitatori, amici, potenziali clienti interessati a conoscere il nostro modo di lavorare i gioielli, non ha prezzo!
Ci siamo dati un obiettivo: raccontare e far conoscere la nostra azienda, i nostri valori e aprirci al confronto interno e anche con l’esterno.
Dialogo e confronto sono valori fondamentali per noi.
È stato il momento per far conoscere la nostra arte, far vedere i nostri gioielli, il nostro marchio, la nostra produzione e capacità di valorizzare la contaminazione tra manualità artigiana e tecnologia di macchine ultramoderne. In particolare ci ha fatto piacere far conoscere la nostra sala eccellenza dove coesiste un mix di lavoro, formazione, informazione, scambio basato sul miglioramento continuo e sulla Lean Facco, ovvero la Lean adattata alla nostra azienda.
Gestire il flusso dei visitatori non deve essere stato è banale: come vi siete organizzati?
Con un grande lavoro di squadra! A livello di Team posso dire che hanno organizzato tutti i miei collaboratori, io non sono mai intervenuto in nessun momento durante la preparazione. Si sono organizzati fuori dall’orario di lavoro, si sono impegnati e hanno deciso tutto loro. Laura Loriggiola, la nostra Responsabile Operations ha lanciato l’idea, io l’ho sposata subito. Poi Laura, anche grazie alla preparazione acquisita durante percorso in lean management, ha creato un piccolo comitato coordinatore che ha poi coinvolto il gruppo allargato.
Tutta l’azienda si è mobilitata, tutti hanno fatto qualcosa, tutti sono stati ascoltati, si sono raccolte le varie idee, elaborate e poi suddivisi gli incarichi ad ognuno attraverso un percorso di visita ben organizzato.
Come in una sorta di passaggio di testimone tra uno e l’altro, si sono susseguiti gli interventi di colleghi diversi che hanno raccontato la nostra arte, il nostro modo di realizzare i gioielli.
Il giorno dell’evento ho visto veramente una squadra che ha lavorato insieme, con affiatamento, condivisione e impegno. Ho visto persone che sono in azienda da più di 30 anni a fianco di chi è qui solo da qualche settimana che si sono subito integrate e hanno partecipato attivamente al racconto di Ella Facco Gioielli, il nostro brand.
Un evento culturale quindi, ma anche multiculturale in Facco Gioielli…
Sì, ho sempre creduto che tutte le forme di diversità (età, genere, nazionalità, formazione) portino valore all’interno delle aziende.
Noi siamo un gruppo eterogeneo, misto e cosmopolita.
Io stesso cerco sempre di ascoltare i punti di vista diversi, di incitare al confronto e dialogo che sono alla base di qualsiasi crescita, sviluppo e progetto.
In Facco la zona relax, con caffè, frutta e tisane, si trova fisicamente al centro della nostra azienda, è un luogo che invita al dialogo e allo stare insieme un attimo, per parlare di tutto. Ciascuno di noi ha delle peculiarità, atteggiamenti, percezioni e modi di reagire diversi. Il confronto serve a tutti per non fermarsi all’apparenza, per scoprire nuovi input e stimoli utili ad andare oltre e a capire qualche cosa in più. Ciò ci aiuta molto, a stare bene e ad aprirci mentalmente.
Insomma, il bilancio è stato di un’esperienza positiva?
Più che positiva, per quanto mi riguarda il risultato è stato anche un altro.
Ho avuto un’importante conferma, che mi ha colpito molto, della capacità, professionalità e competenza dei miei collaboratori.
Ciascuno di noi ha avuto occasione di conoscere meglio la preparazione delle altre persone dell’azienda ed è nata una maggiore stima reciproca tra un ruolo e l’altro, tra una persona e l’altra che lavorano in aree diverse. È stato un momento interno importante unito all’ orgoglio di far vedere la propria preparazione a tutti i visitatori intervenuti. Si sono valorizzate anche le professionalità di chi normalmente si occupa di lavorazioni, chi salda, chi smalta che hanno meno occasioni di farsi vedere. È stata un’emozione senza precedenti, non me lo aspettavo! Io in particolare ho avuto conferma che lavorare in un ambiente sano, dove si punta a star bene, al dialogo al confronto, ha i suoi (importanti) ritorni.
*Area Imprenditorialità CUOA Business School