di Piermarcello Busetti*
Quando si parla di Lean si parla di TPS (Toyota Production System), ovvero del modello organizzativo messo a punto da Taiichi Ōhno, manager di Toyota, per far risorgere l’azienda da un quasi fallimento negli anni 50. Quando si parla di Project management il pensiero va alla organizzazione delle risorse necessarie per gestire quelle attività che portino a raggiungere un obiettivo in un determinato tempo. Questo, ovviamente, vale anche in ambito Lean. Anzi, da un certo punto di vista, l’approccio Lean ne fa un mantra declinato sotto il nome di KAIZEN, ovvero Miglioramento Continuo, che è uno degli aspetti principali e peculiari dell’approccio Lean.
Per migliorare è necessario cambiare e cambiare è indice di trasformazione, ovvero di passaggio da uno stato attuale/iniziale (as-is) ad uno stato futuro/migliore (to-be). Nel linguaggio Lean questo passaggio si attua attraverso l’attivazione di un ciclo PDCA (Plan, Do, Check, Act), che si estrinseca in una serie di azioni quali: Pianificare il cambiamento, Eseguire quanto pianificato, Controllare se si ottengono risultati congruenti all’obiettivo ed in fine Correggere, in caso negativo, o Standardizzare/consolidare, in caso positivo.
Si capisce allora che il project management è un modus operandi normale per i “lean thinkers” sempre tesi a trovare ogni opportunità di miglioramento.
Lo stile di leadership che viene impiegato si basa su: coinvolgimento, team working e condivisione. L’ambiente di lavoro è tipicamente “visual”, dove si cerca di operare con logiche “Pull” e “botton-up”, dove si trovano innumerevoli cartelloni pieni di post-it e dove le riunioni di allineamento sono assai frequenti ma brevi, quindici minuti, tenute in piedi, proprio di fronte ai cartelloni.
La ragione di questo stile comportamentale si fonda su uno dei principi cardine del modello Lean che risulta abbastanza diverso da quello tradizionale dove il project manager organizza sì riunioni, ma non troppe per non perdere tempo, assegna tasks con stile “top-down” che raccoglie in un Gantt Chart rigidamente predeterminato.
Sappiamo che il termine Lean è stato utilizzato da J. P. Womack, D.T. Jones, D. Roos quando, nel 1990, scrissero “The Machine That Changed the World” per descrivere i principi del TPS. In questi Toyota afferma che il principale vantaggio competitivo di un’impresa è la sua capacità di acquisire conoscenza, a tutti i livelli dell’organizzazione, conoscenza derivante dalla risoluzione dei problemi attraverso cicli PDCA.
In definitiva, dunque, è la gestione di progetti di miglioramento, in un ambiente Visual, che consente e massimizza la crescita dei membri del team per acquisire maggiore competitività.
Peraltro, in ambito Lean l’applicazione di ogni metodologia/strumento ha sempre un duplice scopo: affrontare il tema ed accrescere la conoscenza e ciò è fortemente favorito da: coinvolgimento, team-work e condivisione.
Nel corso di Lean-Project Management, dopo una parte iniziale di ripresa dei principi generali del modello, si andranno a discuterne le implicazioni operative in ambito gestione progetti.
*Docente corso Jobleader Project Management