di Dario Francolino*
Le tecnologie digitali, i big data e l’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando completamente il business farmaceutico.
Una vera e propria “rivoluzione fragorosa” che viaggia alla velocità della luce che si pone come un’importante opportunità che anche il mondo della farmacia può e deve cogliere.
Anticipare il percorso che porterà alla trasformazione digitale della farmacia non va confuso con l’utilizzo dei social media o peggio con il tanto temuto e-commerce, quindi non si tratta di utilizzare gli strumenti digitali, ma di modificare il proprio modello di business per accogliere l’innovazione digitale.
Se la farmacia vuole rimanere competitiva in questo scenario evolutivo deve riuscire a strutturarsi come un’impresa e investire anche sull’alta formazione dei titolari, in ambito finanziario, giuridico, fiscale, sulle proprie risorse umane, sul marketing, l’e-commerce e la comunicazione.
Il farmacista deve trasformarsi in un imprenditore-manager capace di trasformare il punto vendita in una vera e propria azienda, singola o catena che sia, utilizzando in modo professionale i dati sui propria clienti, segmentando la clientela, lavorando sul posizionamento e il branding, creando percorsi ed esperienze d’acquisto uniche ed irripetibili, processo noto anche come “customer experience” all’interno del “customer journey”.
I clienti devono trovarsi di fronte farmacie diverse le une dalle altre, ambienti particolari e personalizzati che possano cambiare il loro modo di acquistare un farmaco.
L’innovazione, da sempre presente nel DNA dei farmacisti, passa però attraverso la formazione, la condivisione di know how e di best practices che consentono di sintonizzarsi in modo competitivo sugli strumenti e le tecnologie in grado di creare valore.
Esistono oggi molte resistenze e ostacoli che rendono complesso questo processo di trasformazione delle farmacie italiane verso modelli imprenditoriali più competitivi.
Sono ragioni oggettive, legate alle micro dimensioni delle farmacie italiane, nonché motivazioni culturali che spingono, in molti casi, alla conservazione dello status quo.
Ma per sopravvivere e vincere questa sfida occorre aprirsi a 360° all’innovazione e lavorare per analogia, basandosi sui nuovi modelli di comportamento d’acquisto oggi dominanti nella nostra vita quotidiana. Ad esempio non andiamo, solo, al ristorante, ma cerchiamo di vivere un’esperienza nel settore della ristorazione, come in quello dei viaggi, della tecnologia e dell’automotive.
Certo sembra difficile pensare che un giorno per “vendere” un farmaco si dovranno trasformare le attuali farmacie in luoghi dove far vivere ai clienti esperienze d’acquisto a 5 stelle, ma pensiamoci un attimo. E se questo giorno fosse già oggi o, al massimo domani? Saremmo pronti?
*Chief Executive Officer Axess Public Relations e Docente Corso executive La farmacia come impresa